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Simona Botti, l'accademia come lavoro creativo

, di Allegra Gallizia
Alumna Bocconi, oggi fa ricerca sperimentale alla London Business School

Studia i potenziali effetti negativi del fare scelte indipendenti in vari ambiti, fra cui quello medico, e la conoscenza come personale strumento di controllo della vita delle persone: "Oggi, per esempio, i test genetici consentono di sapere in anticipo a quali patologie l'individuo andrà incontro e io analizzo l'impatto che questo tipo di conoscenza può avere sulla felicità individuale". È Simona Botti, professore associato di Marketing alla London Business School. Il tema delle scelte non è circoscritto solamente ai suoi studi ma la riguarda personalmente. "Volevo fare l'attrice e mio padre, che non condivideva l'idea, mi ha spinto a iscrivermi in Bocconi. Così, senza saperlo, ho iniziato a percorre quella che poi sarebbe diventata la mia strada professionale. Finita l'università ho ricevuto un'offerta da Ibm ma ho scelto di rimanere in Bocconi per fare l'assistente, mi sembrava un'esperienza più creativa. In quel momento, ho cominciato a capire che quella nell'ambito accademico poteva essere la mia vita". Poi, per il dottorato, è riuscita a entrare alla University of Chicago: "Negli Stati Uniti mi sono trovata immersa in una realtà molto impegnativa, con persone di altissimo livello e mi sono messa a lavorare duramente, tirando fuori tutta quella determinazione che avevo imparato negli anni precedenti".
Concluso il Phd ha avuto un posto a Ithaca, alla Cornell University, finché nel 2007 è arrivata l'offerta da Londra. Oggi Botti fa ricerca sperimentale e l'innovazione tecnologica le permette di poter effettuare i suoi studi in maniera semplice ed economicamente vantaggiosa grazie a piattaforme online come MTurk che può sostituire la raccolta dati in laboratorio. "Per noi ricercatori, la grande rivoluzione dell'era digitale è nell'immediatezza con cui si possono collezionare dati e nella possibilità di divulgare il nostro lavoro attraverso la rete: questo, però, non deve rendere la ricerca commerciale e quindi meno interessante da un punto di vista puramente accademico".

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