
Con il mondo come orizzonte
“Il contesto di incertezza internazionale, che si riflette anche sui temi della salute, ha un impatto significativo sul mio lavoro all’Oms, tanto che mi ha spinto a riconsiderare il mio percorso professionale, spingendomi a muovere i primi passi per lanciare qualcosa di mio in ambito salute materno-infantile…”. Contattata nei giorni in cui il presidente Usa Trump ha sancito l’uscita dalla Who e la sospensione dei fondi a UsAid, l’agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale, Marzia Calvi, funzionaria (technical officer) presso l’Organizzazione mondiale della sanità, descrive così le ricadute dell’attualità politica sul suo ruolo: “Per alcuni anni il mio compito è stato individuare politiche e strategie per supportare i ministeri della salute dei governi mondiali che hanno un programma di lotta alla tubercolosi, ancora oggi la prima malattia infettiva per numero di morti. Oggi il mio ruolo è un po’ cambiato e il mio obiettivo è integrare questi programmi con il sistema sanitario universale, agendo sui fattori determinanti della salute, quelli legati alle condizioni igieniche, alimentari, economiche, ambientali o sociali, che favoriscono l’insorgere o la diffusione della malattia. È un lavoro multisettoriale e che, appunto, entra molto più in relazione con le politiche dei governi”.
Il mondo è sempre stato l’orizzonte di riferimento per Marzia Calvi, fin dal suo esordio in Bocconi. “Scelsi il percorso triennale in inglese Biemf (International Economics, Management and Finance) per aprirmi a una carriera internazionale”, precisa. Dopo esperienze alla Camera di commercio di Toronto e alla Grameen Bank in Bangladesh, per studiare il modello del microcredito, la carriera accademica è proseguita con la scelta del biennio Clapi (Amministrazioni pubbliche e Istituzioni internazionali). Lo sbocco professionale che indirizza la carriera verso la sanità arriva con un ruolo nel gruppo ospedaliero San Donato come junior manager, al quale segue una fellowship UNDP alle Nazioni Unite in Etiopia, e infine il contratto con l'Oms nell’HQ di Ginevra . “Ci ho messo un po’ di tempo”, sorride l’alumna, “ma sono riuscita a coniugare tutto quello che desideravo: viaggi, economia, salute globale, istituzione internazionale. L’anno scorso mi sono diplomata in un Master in Salute pubblica e così ho fatto pace con l’idea che avevo da ragazza di fare il medico. Il tema salute mi interessa sempre, ma mi piace affrontarlo da angolazioni diverse, laterali, legate ai fattori di prevenzione che dipendono dalle condizioni sociali, economiche o culturali. La stessa tubercolosi, per esempio, è una malattia tipicamente degli uomini, connessa a fattori di rischio più maschili, come fumo e alcol, ma ha forti implicazioni di genere perché le donne sono meno assistite, meno curate, più isolate socialmente. Eppure, i programmi di welfare, dal microcredito alla prevenzione appunto, hanno dato ovunque risultati migliori se mirati alle donne o gestiti da loro.”
Le carriere internazionali comportano spesso sacrifici sul piano delle relazioni personali, e per qualche anno è stato così anche per Marzia. “Sono sempre stata chiara con tutti sulla mia ambizione di viaggiare e lavorare all’estero”, spiega la funzionaria Oms. “Mio marito mi ha raggiunto a Ginevra lasciando il suo lavoro subito prima del lockdown, nel 2020, approcciandosi al settore privato svizzero per la prima volta. Oggi siamo quasi a parti invertite, lui ha una situazione più stabile e io sono più esposta ai cambiamenti dettati dall’attualità. A dimostrazione che la stabilità è la somma di equilibri che possono anche cambiare nel tempo. Sono anche prossima alla seconda maternità, per cui dovremo essere bravi a trovare un nuovo equilibrio”. L’obiettivo però è comune: rientrare in Italia. “A me piacerebbe mettere competenze ed esperienze al servizio del mio Paese. Dall’estero si vedono con ancora maggior lucidità pregi e difetti del nostro servizio sanitario che resta un modello apprezzato e unico, ma che deve essere aggiornato e adeguato ai nuovi fattori determinanti della salute e alle nuove dinamiche globali”.
