Come si genera conoscenza in azienda. E nell'accademia
Studia il modo in cui viene generata conoscenza all'interno di un'azienda e condivisa all'esterno; nello specifico, analizza come le imprese concorrenti possano condividere informazioni nonostante ognuna sia motivata ad avere il proprio vantaggio competitivo. È Giada Di Stefano, professore associato nel dipartimento di Strategy and Business Policy all'Hec di Parigi. Laureata in Bocconi, nell'ateneo milanese ha conseguito anche il master, poi è andata a lavorare per L'Orèal. "L'ambiente aziendale era molto stimolante ma avevo la sensazione che non mi permettesse di occuparmi di temi di più ampio respiro; così ho scelto di tornare in Bocconi per fare il Phd". Poi, dall'Italia è andata a Parigi attraverso il job market: voleva entrare in una business school europea che desse importanza alla ricerca e avesse un orientamento pratico. "Nella ricerca accademica ci sono fasi creative in cui nascono le idee e momenti in cui queste si finalizzano per portarle alla pubblicazione. Le nuove ispirazioni arrivano alle conferenze, dove si ricevono input da colleghi con background differenti, che trattano temi diversi e li affrontano con altre metodologie. Ma anche la vita di dipartimento è molto stimolante. Qui, ognuno è un profilo a sé e per poterci confrontare, siamo costretti a fare uno sforzo di traduzione del nostro lavoro: questa condizione è un incoraggiamento a sviluppare una visione sempre più ampia". Nel passaggio dalla posizione di junior a quella di senior, Di Stefano ha dovuto modificare, soprattutto, i suoi rapporti di coautorship: "Nei primi anni di accademia mi occupavo del lavoro quotidiano sotto la diretta guida degli advisor, che hanno il compito di dare una guida alla ricerca. Oggi, invece, mi relaziono con ricercatori che hanno la mia stessa seniority e il lavoro viene suddiviso per competenze oppure si definisce un processo sinergico che coinvolge tutti gli autori allo stesso modo: in tal caso, passiamo intere giornate su Skype o FaceTime".
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