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Alon Rosen: porto il Dipartimento di Computing Sciences verso l’eccellenza

, di Andrea Costa
Dalla crittografia alla collaborazione interdisciplinare, il nuovo Direttore del Dipartimento vuole l’innovazione fondata sulla ricerca di base e sull’eccellenza accademica

Alon Rosen, nuovo direttore del Dipartimento di Computing Sciences dell’Università Bocconi, porta con sé un ricco background accademico. Israeliano ma nato in Italia, è cresciuto in Veneto in un periodo in cui l’imprenditoria locale era fiorente. Successivamente si è trasferito in Israele, ha studiato alla Hebrew University di Gerusalemme e all’Istituto Weizmann, specializzandosi poi ad Harvard e al MIT. 

La sua formazione è in crittografia, una disciplina in cui il rigore teorico è essenziale: i sistemi devono essere dimostrabilmente sicuri, non basta testarli per individuare eventuali punti deboli. Pur riconoscendo che gli stupefacenti passi avanti recenti nell’intelligenza artificiale sono stati guidati dalla pratica, crede profondamente nel potere della teoria: per lui la teoria è uno strumento che favorisce la flessibilità, aiutando i ricercatori a identificare le componenti fondamentali di problemi complessi. “I teorici sono molto bravi a porre le domande giuste,” afferma, sottolineando che una solida formazione teorica consente ai ricercatori di adattarsi alle nuove sfide. "Tuttavia, bisogna stare attenti a non diventare troppo chiusi su sé stessi. Un approccio empirico garantisce un legame più stretto con la realtà".

Un Dipartimento interdisciplinare

Il Dipartimento di Computing Sciences Bocconi ha già fatto passi da gigante in pochi anni sotto la guida del suo primo direttore, Riccardo Zecchina, ottenendo riconoscimenti internazionali e attirando i migliori talenti. Oltre ad avere 7 vincitori di finanziamenti ERC tra i suoi membri, per un recente bando per soli due posti di professore assistente sono state presentate ben 227 candidature. Il dipartimento lavora su una ampia varietà di campi diversi, tra cui la fisica statistica, le neuroscienze, il machine learning, la biologia computazionale, il natural language processing e l’informatica teorica, rafforzando il suo approccio interdisciplinare.

Alon Rosen si descrive come un facilitatore, che lavora continuamente per mettere a punto la struttura e le operazioni del dipartimento. Le sue priorità sono attrarre studenti e docenti eccezionali, garantire finanziamenti e promuovere un ambiente collaborativo. Ritiene che un dipartimento accademico di successo debba essere più di un insieme di ricercatori: deve creare e mantenere le condizioni per la crescita intellettuale e l’innovazione.

Leadership con uno scopo

Convinto sostenitore della libertà accademica, Alon Rosen sostiene che “non si può dire agli scienziati cosa devono fare.” Per lui il ruolo di un professore non è solo quello di condurre ricerche, ma più in generale di preservare, far progredire e diffondere la conoscenza. “Siamo stati fortunati a inserire giovani scienziati brillanti. Ora dobbiamo solo evitare di interferire con il loro talento e la loro ambizione.”

Il suo stile di leadership è orientato ai risultati. “A volte la gente pensa che io sia assertivo, ma non è così: voglio solo che le cose siano fatte”, dice. Pur concentrandosi sulla realizzazione delle cose, non vuole perdere la prospettiva: “Non prendiamoci troppo sul serio,” aggiunge, ricordando che anche nella ricerca dell’eccellenza scientifica, al centro devono esserci sempre la passione e il divertimento.

Guardare al futuro

La visione di Rosen per il dipartimento è chiara: creare un ecosistema che coltivi i talenti e prepari la prossima generazione di leader dell’IA e delle scienze informatiche. Vuole che la Bocconi sia un luogo in cui studenti e ricercatori ambiziosi possano dare il massimo, avendo accesso alle risorse e alla comunità intellettuale necessarie per superare i limiti. “Non sarei alla Bocconi se non fosse per due scienziati eccezionali che mi hanno convinto a venire a lavorare qui: Riccardo Zecchina, il primo direttore del Dipartimento, e lo scomparso Luca Trevisan. Hanno unito il rigore accademico e l’aspetto umano, ognuno a modo suo. Tornare a vivere in Italia è stato come chiudere un cerchio per me, e sono felice di aver trovato un gruppo di scienziati così valido alla Bocconi”.

ALON ROSEN

Bocconi University
Dipartimento di Scienze della Computazione