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Tutte le facce dello sport Bocconi

, di Davide Ripamonti
Corsi che formano manager sportivi, squadre che competono ad alto livello, tornei che coinvolgono centinaia di studenti. Ma, anche e forse soprattutto, lo sport e' un elemento capace di coinvolgere e unire, fondamentale nel creare un'identita' bocconiana

"Un campus, per meritarsi questo appellativo, deve obbligatoriamente avere anche una parte dedicata all'attività sportiva". Con questa frase il rettore dell'Università Bocconi, Francesco Billari, mette in evidenza la centralità della pratica sportiva come "elemento fondamentale di aggregazione per gli studenti e stimolo al formarsi di un'identità. Senza dimenticare tutta la sfera attinente il well being, perché lo sport praticato contribuisce alla felicità dell'individuo, magari dopo una giornata di duro lavoro". Da questa strada, che ha portato alla costruzione di un campus urbano con pochi eguali in Europa, ci tiene a sottolineare Billari, "non si torna indietro, anzi è probabile che faremo ancora qualcosa in tema di impianti". C'è forse una sorta di destino in questo, se si considera che l'architetto Giuseppe Pagano, che ha progettato l'edificio di via Sarfatti 25, come testimoniano i documenti conservati nella biblioteca dell'Università, già nel 1940 in una lettera a Girolamo Palazzina descriveva gli spazi antistanti come la sede ideale per la costruzione di una piscina e campi sportivi.



Bocconi Sport è oggi una grande organizzazione all'avanguardia, nata 20 anni fa e oggi cresciuta per numeri (oltre 4mila gli iscritti), risultati, strutture. E con tanti importanti traguardi davanti a sé. Uscita infatti dallo stadio di startup post avvio Sport Center (2022), punta nel 2023 a entrare in una fase di consolidamento di quello che Roberto Grassi, presidente di Bocconi Sport, chiama "il modello Bocconi". "Chi ha assistito al match di pallanuoto disputato a gennaio contro Harvard sarà rimasto colpito dagli spalti pieni di studenti che incitavano i loro colleghi in vasca. Ebbene, pur trattandosi nell'occasione di un evento di particolare appeal, gli spalti gremiti sono ormai una costante quando le nostre squadre agonistiche giocano in casa". Casa che vuol dire Bocconi Sport Center, l'avveniristico centro sportivo che ha segnato un punto di svolta nei programmi dell'Università in questo ambito.

LO SPORT PER TUTTI
Ma torniamo al 'modello Bocconi'. "Noi vogliamo che i nostri studenti pratichino sport e lo facciano il più possibile nelle strutture della nostra università, ciascuno secondo le proprie capacità e con i propri obiettivi", dice Grassi, "e per questo abbiamo disegnato un sistema a più livelli. Ci sono un livello base (livello 1) per chi voglia fare sport per puro divertimento, riservando a queste attività alcuni spazi orari; un livello 2 per le cosiddette attività intramural, cioè tornei interni per i nostri studenti; il livello 3, quello delle competizioni non agonistiche, individuali o a squadre, organizzate dal Cus o da altri atenei e organizzazioni; il livello 4, le competizioni agonistiche individuali o a squadre organizzate dalle Federazioni. Vi è poi un ultimo livello, riservato ad atleti di alto profilo agonistico che tramite bando hanno diritto ad alcune agevolazioni nell'ambito del programma "Bocconi Sport Talent". Il tutto organizzato in una serie di sezioni (attualmente Basket, Volley, Calcio, Tennis, Lacrosse, Golf, Rugby, Sport acquatici, Canottaggio, Ciclismo) in continua crescita e che abbracciano un numero sempre più vasto di discipline.




DAI CAMPI DI GIOCO ALLE AULE
Lo sport è sempre di più "praticato in aula" e studiato dai ricercatori Bocconi. "Basti pensare ai track dedicati nell'ambito dei programmi dei master of science Bocconi e alle attività dello Sport and Entertainment Knowledge Center di SDA Bocconi School of Management" , dice Dino Ruta, responsabile del SEKC, "con il FIFA Master - International Master (MA) in Management, Law and Humanities of Sport e l'IBA, International Business Academy, sviluppata in partnership con la National Basketball Players Association degli Usa oltre alla più recente collaborazione con il Settore Tecnico della FIGC". E, anche in questo caso, si possono trovare legami con il passato, visto che la prima tesi di carattere sportivo realizzata in Bocconi, di Giordano Fabjan, "Caratteristiche di gestione delle aziende sportive", risale al 1944. Fabjan che poi ha ricoperto un ruolo determinante nell'organizzazione dei Giochi Olimpici invernali di Cortina 1956 ed è stato vice segretario del Comitato Olimpico italiano.

UNA COMMUNITY PER SEMPRE
Una strategia complessiva che mira a inserire la possibilità di studiare e praticare sport come uno degli elementi in grado di convincere gli studenti a scegliere la Bocconi per proseguire il proprio percorso di studi, indipendentemente dall'indirizzo scelto, "senza però derogare mai dal principio 'prima studenti e poi atleti'", precisa Grassi, "ma consapevoli, come abbiamo potuto appurare in questi due decenni di attività, che gli studenti che hanno praticato sport agonistico nei team Bocconi sono poi rimasti molto attaccati al proprio ateneo anche una volta terminata la carriera universitaria". Rappresentando un patrimonio importante, che va mantenuto e coinvolto. Ma non solo. Perché un impegno forte in questo senso ha significato anche riallacciare rapporti con quei laureati che hanno praticato sport ad altissimo livello da professionisti, come il campione di basket dell'Olimpia Milano Vittorio Gallinari, laureato in Economia aziendale nel 1986, e che oggi sono vicini ai team dell'università e spesso coinvolti in iniziative.