
Un'eredità di empowerment e ispirazione
Donne che cambiano il mondo. Ciascuna nella propria professione, un passo alla volta, in epoche e in contesti diversi, abbattendo barriere e superando stereotipi. Tutte contraddistinte dalla determinazione di andare sempre avanti e dall’ambizione di lasciare una testimonianza alle nuove generazioni. E tutte, ovviamente, accomunate da una laurea o un master all’Università Bocconi. Dei role models, insomma, coinvolte in Changed by Women, il progetto che l’Università Bocconi ha lanciato l’8 marzo dello scorso anno per ispirare le nuove generazioni di studentesse, ma anche sostenerle grazie a una raccolta fondi per borse di studio, che sempre più numerose frequentano le aule dell’ateneo. Centonovantanove donne, che saranno celebrate il prossimo 6 marzo, 199 storie molto diverse che hanno, come altro denominatore comune, il successo. “Questo progetto è molto importante”, spiega Antonella Carù, prorettrice per lo Sviluppo e le Relazioni con gli Alumni e professoressa ordinaria presso il Dipartimento di marketing dell’Università Bocconi, “non solo perché fornisce dei role models ai quali le studentesse possono ispirarsi, ma anche perché questi modelli, queste donne, sono tutte diverse tra loro. E passa quindi il messaggio positivo che non esiste uno stereotipo di carriera femminile e non ci sono contesti dove è più facile emergere. Le donne devono essere consapevoli che nessun traguardo è precluso, grazie alla propria preparazione ma anche alla capacità di interagire con le altre persone”.
Una carriera, molte carriere, verrebbe da dire. E tutte ugualmente di stimolo e di esempio, non per forza solo quelle di chi raggiunge posizioni apicali.
Le donne che ricoprono posizioni di vertice in grandi multinazionali, per esempio, sono ancora relativamente poche, perché siamo in una fase di transizione. Se nel progetto CBW ci fossimo limitati a queste, avrebbe significato parlare di un numero ancora contenuto di persone e di carriere non facilmente replicabili. Si tratta sì di esempi importanti, ma altrettanto importanti, se non di più, sono per me quegli esempi di carriere già avviate e promettenti che danno una sensazione maggiore di replicabilità, anche perché le protagoniste sono donne più vicine, anche anagraficamente, alle studentesse che il progetto vuole ispirare. E che raccontano opportunità che si possono vivere. Un altro componente fondamentale di Changed by Women è il programma di mentoring al femminile, perché per le ragazze è importante conoscere la carriera, ma anche avere un contatto diretto con le protagoniste e capire da loro come è stato gestito il rapporto con la famiglia, come sono state affrontate le decisioni nel lavoro e nella professione.
Lei è stata una delle primissime docenti donne a diventare professoressa ordinaria in Bocconi. È anche lei un role model quindi?
Non mi ero mai vista in questo ruolo, non era una cosa su cui avevo riflettuto. Però è vero, mi è capitato di sentirmi dire da qualche studentessa che noi rappresentiamo per loro degli esempi di chi ce l’ha fatta. Credo molto nell’evidenza, nell’esempio.
Ha visto nel corso della sua carriera succedersi diverse generazioni di studentesse. Come sono cambiate?
Ci sono degli aspetti in un certo senso contraddittori. Da un lato le ragazze hanno acquisito maggiore consapevolezza di sé stesse, del proprio ruolo, della possibilità di avere successo in molti campi. Dall’altro però continuo a notare una sorta di timore nei confronti delle proprie capacità, devono essere perfettamente preparate altrimenti hanno il timore di non riuscire. Sono forti, sono sicure ma è come se, magari allo stato latente, permanesse in loro il timore di non essere all’altezza. Dove le ragazze sono cambiate molto, secondo me, è nel modo di porsi nei colloqui di lavoro: fanno presenti con determinazione i loro desideri, i loro obiettivi. È un po’ anche il frutto del lavoro in aula, delle testimonianze che portiamo, dei racconti di chi certe esperienze le ha vissute prima di loro soprattutto in contesti tradizionalmente ostili.
Gli esempi possono essere a volte ‘alti’, altre invece più vicini. Chi sono le donne che, a livello personale e professionale, hanno ispirato e fornito dei modelli positivi ad Antonella Carù?
La prima persona è stata sicuramente mia madre. Era diplomata, non laureata, e lavorava in azienda con mio padre occupandosi nel contempo della famiglia. Mi ha sempre appoggiata e incoraggiata a seguire la mia strada. Era una donna forte e pacata, che ha sempre messo un grande impegno nelle sue attività, contenta di quello che faceva e ha rappresentato per me un costante punto di riferimento. Un’altra donna che voglio citare è la collega e amica Francesca Golfetto, con cui ho condiviso anni di lavoro nello stesso Dipartimento. Un vero esempio per me. Se penso a figure più lontane, ho apprezzato Emma Bonino per le battaglie sui diritti civili e lo spirito europeista, ho grande ammirazione per Tina Anselmi e per quello che ha fatto, tra l’altro, per i diritti delle donne.
Changed by Women è un’iniziativa importante per la comunità bocconiana perché avvicina, unisce, generazioni di donne che hanno studiato, e studiano tuttora, nella stessa Università. Secondo Antonella Carù fra 50 anni ci sarà bisogno di una nuova edizione?
Vorrei dire di no, che non ce ne sarà più bisogno, perché saranno diffusi e metabolizzati i messaggi che stiamo dando con queste edizioni. Ma non ne sono così sicura. In molti Paesi si sono viste evoluzioni del ruolo della donna che sembravano delle svolte positive senza ritorno, ma poi non è stato così. Nel mondo del lavoro stanno cambiando molte cose e le donne sono più consapevoli, ma dobbiamo tenere viva la discussione su questi temi, affinché non ci sia una regressione. Io credo che momenti di confronto aperti, di condivisione di esperienze e di solidarietà saranno in realtà sempre più necessari. Changed by Women dunque si trasformerà, ma resterà un modello di ispirazione anche per il futuro.