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L'ingenua illusione della razionalita' umana

, di Nicola Gennaioli - ordinario presso il Dipartimento di finanza
In viaggio tra i fattori che condizionano il nostro comportamento quotidiano quando investiamo, votiamo, scegliamo l'universita', contrattiamo, decidiamo se fare esperienza, compriamo software aziendale, rispondiamo a un sondaggio, lanciamo una startup

Ogni giorno le persone decidono quanto risparmiare, quali azioni acquistare, quali competenze e conoscenze acquisire, chi votare ecc. Queste decisioni sono la linfa vitale che plasma il funzionamento di imprese, governi e mercati. Ma come vengono prese?
Tradizionalmente in economia le decisioni sono razionali: promuovono al meglio l'interesse personale del decisore. Gli investitori razionali prevedono al meglio i prezzi dei titoli e acquistano quelli che meglio soddisfano le loro preferenze di rischio. I consumatori razionali comprano un bene, ad esempio un maglione, quando la somma delle sue qualità (colore, materiali...) è maggiore della somma dei costi (prezzo, tasse...). Nella scelta intertemporale, è razionale risparmiare o fare esercizio fisico quando il costo corrente è inferiore al beneficio futuro di guadagnare una pensione più alta o di essere più sani. Naturalmente, le decisioni razionali non sono perfette perché esiste l'incertezza. Ma non si commettono errori sistematici. Le persone fanno del loro meglio, dati i limiti dell'informazione.
Questa idea ha implicazioni profonde. Quando le decisioni sono razionali, la concorrenza fa miracoli. Premia i beni o i titoli finanziari migliori, spingendo i peggiori fuori dal mercato. Fa anche sì che le imprese prendano decisioni socialmente ottime: produrre beni che piacciono ai consumatori razionali, assumendo rischi che gli investitori razionali sono disposti a sostenere. Naturalmente, ci sono esternalità e fallimenti del mercato. Ma in un mondo razionale non mancano le soluzioni. Ad esempio, si tassano le attività indesiderate e le persone razionali seguiranno gli incentivi fiscali. La razionalità offre quindi una prospettiva ottimistica: le politiche pubbliche possono orientare al meglio i mercati.
Nonostante le sue attrattive, negli ultimi trent'anni si sono accumulate evidenze che la razionalità è una descrizione inaccurata di molte decisioni. Ad esempio, quando si sceglie un investimento, siamo spesso troppo ottimisti riguardo a titoli che hanno guadagnato molto di recente.

Gli investitori razionali non commettono questo errore: imparano rapidamente che la storia recente è un cattivo predittore dei rendimenti futuri. Più in generale, fattori irrilevanti sembrano influenzare molte altre decisioni: compriamo troppi maglioni durante le giornate insolitamente fredde, o automobili decappottabili durante le giornate di sole, e poi ci pentiamo delle nostre scelte. Le persone razionali non sono influenzate da queste condizioni transitorie. Ma, interessante, commettiamo anche l'errore opposto: trascuriamo certi fattori altamente rilevanti. Per esempio, quando acquistiamo un bene non teniamo in sufficiente considerazione tasse o commissioni che non sono visualizzate nel prezzo pubblicato. Un consumatore razionale è attento a tutti i costi, anche quelli meno salienti al momento. Infine, tutti conosciamo fin troppo bene i fallimenti della nostra forza di volontà: vorremmo risparmiare o andare in palestra, ma a differenza di un agente razionale siamo spesso tentati di procrastinare.
Le lezioni da trarre sono due. In primo luogo, i mercati sono assai meno efficienti di quanto pensiamo, in modi che aiutano a spiegare molti fenomeni. Quando il boom spinge gli investitori ad essere troppo ottimisti, i prezzi delle attività si gonfiano e il sistema diventa vulnerabile ai crolli. La bolla delle dot.com del 2000 o la crisi del 2007-2008 negli Stati Uniti sono esempi calzanti. Quando gli acquisti sono influenzati da attributi irrilevanti e dalla disattenzione ai costi non salienti, la concorrenza incoraggia le imprese ad ingannare i consumatori. Sconti strategici rispetto a prezzi artificialmente gonfiati o ingenti commissioni nascoste in clausole oscure sono esempi di pratiche entrate nei radar delle autorità di protezione dei consumatori in molti paesi.
In secondo luogo, quando le decisioni non sono razionali, le leve politiche classiche sono spesso inefficaci. L'aumento delle tasse sui prodotti inquinanti non ne ridurrà la domanda, a meno che l'aumento non sia così forte da diventare saliente. Ma un tale aumento può essere difficile da attuare. Sussidiare l'iscrizione alle palestre per promuovere la salute di una popolazione che invecchia non aiuterà: le persone possono benissimo iscriversi, ma poi non avranno la forza di volontà di andare in palestra. L'aumento dei tassi d'interesse durante un boom farà fatica a scoraggiare l'indebitamento eccessivo degli ottimisti; potrebbe al contrario aumentare il peso del loro debito. E, infine, la capacità del processo elettorale di risolvere problemi sociali è messa in discussione quando gli elettori non riescono a scegliere i politici migliori.
Ma è tutto così nero? Non proprio. I difetti dell'approccio razionale segnano l'inizio di una nuova impresa: sviluppare una migliore teoria del comportamento umano.

Molti economisti hanno iniziato a prendere sul serio la psicologia, sviluppando teorie fondate su robuste regolarità della percezione umana, la memoria, le emozioni, ecc. Questi sforzi stanno cominciando a mettere ordine concettuale nella lunga lista di decisioni anomale e a gettare luce su importanti problemi economici. Inoltre, teorie più realistiche del comportamento umano possono offrire strumenti di politica nuovi e più intelligenti, basati sui sottili tratti psicologici che condizionano il nostro comportamento. Questo programma di ricerca è ancora in fase iniziale, ma farà emergere una nuova sintesi e una migliore comprensione. Torniamo alle fondamenta: c'è un nuovo eccitante edificio da costruire!

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