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Come cambiano gli assi dell'appartenenza politica

, di Claudio Todesco
Le connessioni tra lavoro, diseguaglianze economiche e politica in uno studio di Guido Tabellini e Nicola Gennaioli

I processi di globalizzazione e automazione del lavoro hanno acuito le diseguaglianze economiche. Perché, allora, i perdenti di questi processi scelgono di votare un partito che propone la flat tax e non uno che promuove politiche redistributive? È il tipo di domanda a cui rispondono Nicola Gennaioli e Guido Tabellini in Identity, Beliefs and Political Conflict. "Gli shock economici hanno cambiato la natura del conflitto politico che ora si dispone lungo la frattura fra vincenti e perdenti di globalizzazione e automazione e non più secondo la dimensione tradizionale destra-sinistra", spiega Tabellini. Rifacendosi alla letteratura di psicologia sociale, gli autori affermano che tale cambiamento è accompagnato da un mutamento nell'identità sociale degli elettori che non è data una volta per tutte, ma può muoversi lungo le dimensioni che definiscono l'individuo come occupazione, luogo di residenza, classe sociale, religione. "L'identificazione con un determinato gruppo sociale provoca un fenomeno di spersonalizzazione: l'individuo si vede come membro tipico di quel gruppo e non più come soggetto con una personalità individuale. Ne consegue una distorsione delle opinioni che vengono modellate dall'appartenenza al gruppo.

Da una parte, i beneficiari della globalizzazione, identificandosi con un gruppo istruito e urbano, sono portati a ingigantire le caratteristiche positive delle politiche cosmopolite. Dall'altra, chi si identifica con un partito nazionalista è spinto a esasperare il conflitto fra vincenti e perdenti della globalizzazione e ad attenuare il conflitto legato alla lotta di classe". E così, la globalizzazione crea diseguaglianza, ma la polarizzazione fra nazionalisti e cosmopoliti attenua la richiesta di redistribuzione da parte di chi ne beneficerebbe. La correlazione fra varie dimensioni politiche fa sì che elettori che tradizionalmente si identificavano con gruppi di sinistra siano attratti dal nazionalismo perché soddisfa non solo la loro domanda di protezione, ma anche l'avversione a immigrazione ed estensione dei diritti civili. Sondaggi d'opinione fra elettori francesi e statunitensi hanno confermato la teoria. "Non si tratta di un fenomeno passeggero. I cambiamenti che l'hanno provocato non sono transitori, ma destinati ad accentuarsi".

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