La corruzione politica segna i giovani elettori per sempre
Secondo uno studio di tre ricercatori della Bocconi, la corruzione politica ha un effetto di lungo termine sulla fiducia nelle istituzioni democratiche e sul comportamento degli elettori e tale effetto differisce a seconda dell'età degli elettori: chi vota per la prima volta quando la corruzione è al centro delle cronache può portarne ancora i segni 25 anni dopo.
In particolare, Arnstein Aassve, Gianmarco Daniele e Marco Le Moglie si concentrano sullo scandalo Mani pulite che, tra il 1992 e il 1994, ha rivelato la corruzione diffusa tra i politici italiani. Il 23% dei parlamentari nazionali e il 75% dei deputati della Democrazia cristiana e del Partito socialista allora in carica sono stati accusati di corruzione e la campagna elettorale del 1994 è stata combattuta su questo argomento. La corruzione politica, fino ad allora completamente assente nei notiziari italiani, divenne il tema più importante sia nei telegiornali che nei quotidiani (con quasi il 90% delle prime pagine dedicate allo scandalo nel 1993).
Utilizzando i dati di Trustlab, uno sforzo coordinato dall'Ocse per raccogliere dati comparati sulla fiducia e sulle convinzioni politiche, gli studiosi trovano che coloro che hanno votato per la prima volta nel 1994 hanno avuto il 9% di probabilità in più di votare per i partiti populisti nel 2018 e registrano una minore fiducia istituzionale (cioè la fiducia nel parlamento, nel governo e nei funzionari pubblici). La loro fiducia in organismi non immediatamente collegati allo scandalo Mani pulite (polizia, media e istituzioni finanziarie) e la loro fiducia sociale (fiducia verso altri individui) non registrano, invece, scostamenti significativi.
L'effetto è più forte per gli individui meno istruiti e per le persone più esposte ai notiziari televisivi nelle aree più colpite dallo scandalo della corruzione. Inoltre, l'effetto è determinato in gran parte dal voto per la Lega, mentre quello per il Movimento 5 Stelle ne è molto meno influenzato.
«Il nostro studio evidenzia l'importanza di uno shock politico informativo quando la malleabilità delle credenze e degli atteggiamenti è più elevata, sia per l'età di chi vota la prima volta, sia perché il diritto di voto comporta un'esposizione senza precedenti alla politica e alle notizie politiche», dice il primo autore, Arnstein Aassve, professore ordinario di demografia all'Università Bocconi.
Gli elettori che hanno votato per la prima volta al momento dello scandalo riferiscono anche di un atteggiamento più duro nei confronti di immigrati e rifugiati nel 2018, «suggerendo», scrivono gli studiosi, «un affascinante spill-over, per cui gli effetti dannosi della corruzione potrebbero non limitarsi alla fiducia e al voto, ma estendersi alle politiche sostenute da partiti populisti».
Arnstein Aassve, Gianmarco Daniele e Marco Le Moglie, Never Forget the First Time: The Persistent Effects of Corruption and the Rise of Populism in Italy, disponibile su SSRN: https://dx.doi.org/10.2139/ssrn.3280498.
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