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Donne in politica: chiedilo al sistema

, di Claudio Todesco
Uno studio di Paola Profeta ed Eleanor Woodhouse analizza l'ipotesi di un tradeoff tra rappresentanza femminile in politica e qualita' della leadership

Secondo i dati dell'Unione Interparlamentare, in 121 assemblee nazionali su 193 la quota di rappresentanti donne è inferiore al 25%. La sottorappresentazione della componente femminile nei ruoli politici decisionali è un problema di cui la letteratura si è spesso occupata. Paola Profeta ed Eleanor Woodhouse del Dipartimento di scienze sociali e politiche della Bocconi si sono concentrate, in particolare, sul ruolo dei sistemi elettorali. Quello maggioritario, che esalta l'esposizione personale e richiede una forte componente competitiva a cui le donne sono tendenzialmente più avverse rispetto agli uomini, sfavorisce l'affermazione di una leadership femminile. Allo stesso tempo, la competizione tipica del sistema maggioritario rappresenta un incentivo alla selezione di candidati di qualità. «Ci siamo perciò chieste: c'è forse un trade-off fra rappresentanza femminile e qualità della leadership?». Per rispondere, le autrici hanno raccolto dati sui politici italiani di ogni livello di governo nel periodo che va dal 1987 al 2013.

Riforme elettorali come quella del 2005, che ha reintrodotto a livello nazionale un sistema sostanzialmente proporzionale, hanno permesso di testare gli effetti dei sistemi elettorali sulla rappresentanza femminile e sulla qualità dei politici, misurata attraverso il titolo di studio e il grado di esperienza maturata. «Abbiamo scoperto che la maggiore rappresentanza femminile dovuta all'introduzione di un sistema proporzionale non ha abbassato la qualità complessiva della leadership politica», spiega Paola Profeta. «Abbiamo registrato anche un fenomeno di selezione negativa: le donne elette con il sistema proporzionale non sono le migliori candidate disponibili. Ciò avviene in particolare nelle regioni italiane del sud dove maggiore è la resistenza ai principi di uguaglianza fra sessi. Una selezione ottimale delle candidate avrebbe potuto perciò innalzare la qualità complessiva della leadership».

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