
Assistenza domiciliare in Lombardia: Cosa vogliono davvero i caregiver?
In una società che invecchia rapidamente e con un Sistema Sanitario Nazionale sempre più sotto pressione, il ruolo dei caregiver informali diventa cruciale per garantire l’assistenza agli anziani, in particolare a quelli affetti da demenza. Uno studio recente, condotto nell’area metropolitana di Milano da un team di ricercatori del Cergas Bocconi, ha esplorato le preferenze dei caregiver per i servizi di assistenza domiciliare, rivelando un panorama complesso ma fondamentale per orientare le future politiche sanitarie e sociali.
Le preferenze dei caregiver: un bisogno di maggiore supporto e flessibilità
Secondo lo studio Caregiver preferences and willingness-to-pay for home care services for older people with dementia: A discrete choice experiment in the Milan metropolitan area i caregiver in Lombardia desiderano principalmente:
•Aumento delle ore di assistenza domiciliare: La necessità di più ore di supporto professionale è una priorità per alleviare il carico giornaliero dei caregiver.
• Assistenza di tipo misto, sia sanitaria che sociale: Questo tipo di servizio, che combina cure mediche con attività sociali e di compagnia, è risultato essere l’attributo più apprezzato, con una disponibilità a pagare (WTP) stimata in circa 290 euro al mese.
• Gruppi di supporto per caregiver con assistenza professionale: I caregiver non cercano solo aiuto per i loro cari, ma anche supporto emotivo e pratico per se stessi. La WTP per questi gruppi è stata stimata in circa 171 euro al mese.
• Costi mensili più bassi: Nonostante la disponibilità a pagare per servizi di qualità, i caregiver sono comunque sensibili al prezzo e preferiscono opzioni più economiche.
Elisabetta Notarnicola, co-autrice dello studio insieme a Michela Meregaglia, Simone Manfredi, Eleonora Perobelli, Andrea Rotolo e Elisabetta Donati (Fondazione Ravasi Garzanti, ente che ha reso possibile la ricerca grazie al suo sostegno) spiega: “I caregiver informali svolgono un ruolo fondamentale nel sistema di assistenza, ma spesso a costo della propria salute fisica e mentale. La nostra ricerca evidenzia quanto sia cruciale offrire servizi flessibili e personalizzati per rispondere alle loro esigenze reali.”
L’importanza di un approccio personalizzato
Lo studio ha anche rivelato che le preferenze variano in base alle caratteristiche della persona assistita:
• Caregiver di persone molto anziane (sopra gli 80 anni): Preferiscono i gruppi di supporto con assistenza professionale, probabilmente per affrontare meglio il carico emotivo e le sfide logistiche.
• Caregiver di donne anziane: Hanno espresso una minore preferenza per l’assistenza sanitaria domiciliare, evidenziando possibili differenze culturali o pratiche nell’approccio all’assistenza.
• Caregiver di persone con bassa qualità della vita (indice EQ-5D-5L < 0.3): Mostrano una maggiore preferenza per l’aumento delle ore di assistenza domiciliare professionale e per un tipo di assistenza prevalentemente sanitaria.
“Un approccio standardizzato”, sottolinea Notarnicola, “non può rispondere efficacemente alle esigenze dei caregiver. La nostra ricerca dimostra la necessità di programmi di supporto personalizzati, che tengano conto delle diverse situazioni familiari e socio-economiche.”
Un sistema di assistenza in crisi: la sfida del futuro
Il contesto demografico italiano rende questa ricerca particolarmente rilevante. Con oltre 1,2 milioni di persone affette da demenza e una popolazione sempre più anziana, il peso dell’assistenza ricade principalmente sui familiari. Tuttavia, il Sistema Sanitario Nazionale non è in grado di rispondere adeguatamente a queste esigenze. Come evidenziato dal report, le attuali iniziative di assistenza domiciliare raggiungono solo una minima parte della popolazione target, lasciando i caregiver a gestire un carico sempre maggiore di responsabilità. La situazione si complica ulteriormente considerando che molti caregiver sono anziani e fisicamente fragili loro stessi.
“Il nostro studio”, spiega Michela Meregaglia, “offre dati concreti che possono guidare i decisori politici verso l’implementazione di servizi di assistenza domiciliare più flessibili ed equi. Investire in questi servizi non significa solo sostenere gli anziani, ma anche preservare la salute e il benessere dei caregiver.”
Verso un nuovo modello di assistenza domiciliare
I risultati di questo studio suggeriscono che l’adozione di un modello di assistenza domiciliare più flessibile e personalizzato potrebbe non solo migliorare la qualità della vita degli anziani con demenza, ma anche alleviare il carico sui caregiver informali. In un contesto in cui l’invecchiamento della popolazione è inesorabile, ripensare il welfare diventa non solo necessario, ma urgente.
Le istituzioni sanitarie e sociali della Lombardia, e più in generale dell’Italia, sono ora chiamate a rispondere a queste nuove esigenze, ripensando un sistema che non può più fare affidamento esclusivamente sui caregiver familiari.
L’adozione di politiche mirate e basate su dati concreti come quelli forniti dallo studio del Cergas Bocconi potrebbe rappresentare un primo passo verso una società più inclusiva e attenta ai bisogni dei suoi membri più vulnerabili.
Conclusioni
Questo studio evidenzia la necessità di un cambiamento di paradigma nell’assistenza agli anziani in Lombardia, passando da un approccio standardizzato a uno personalizzato, in grado di rispondere alle diverse esigenze dei caregiver e delle persone con demenza.
Un cambiamento necessario per garantire dignità e qualità della vita agli anziani e sostenibilità al sistema di welfare.