Voto degli italiani all'estero, un sistema da ripensare
Il voto degli italiani all'estero ha subito un notevole calo di rilevanza per effetto della legge. Anzi tutto, il numero dei parlamentari assegnati alla circoscrizione estero era in origine, in base alla legge costituzionale 1/2001 e alla l. 459/2001, di 12 alla Camera e 6 al Senato ed è stato ora ridotto rispettivamente ad 8 e 4: fermo restando il fatto che le ripartizioni della circoscrizione restano immutate, l'indice di rappresentanza dei residenti all'estero scende a cifre bassissime (ad es. in Europa 1 deputato per 895.000 elettori e 1 per 779.000 in America meridionale), mentre nel caso della ripartizione che include Africa, Asia, Oceania ed Antartide (che includerebbe 277.000 aventi diritto a fronte di un solo eligendo) è lo stesso rapporto di rappresentanza, già labile, a perdere qualunque significato sostanziale.
Al senato, la situazione è ancora peggiore, perché l'unico seggio disponibile per i residenti in Europa rappresenterebbe ben 2.685.000 elettori e quello dell'America meridionale 1.559.000.
Al di là del dato numerico, qualche difficoltà pratica è destinata a manifestarsi in questo particolare appuntamento elettorale. In caso di scioglimento anticipato, infatti, il cittadino residente all'estero è tenuto a comunicare la sua eventuale intenzione di ritornare in Italia per votare entro dieci giorni dal decreto di indizione delle elezioni: diversamente può esercitare il suffragio per corrispondenza ottenendo preventivamente dall'autorità consolare l'apposita scheda. Va da sé che la convocazione dei seggi per il 25 settembre può creare problemi organizzativi a chi, pur iscritto all'AIRE, avesse programmato vacanze o rientri in Italia durante i mesi estivi, il che può essere frequente soprattutto per quanti risiedano nell'emisfero settentrionale. Chi invece non sia iscritto all'AIRE ma si trovi all'estero per motivi di lavoro, studio o cure mediche per un periodo di almeno tre mesi che includa la data della consultazione elettorale, può votare per corrispondenza, ma la sua richiesta deve pervenire al Comune nei cui registri elettorali è iscritto entro il trentaduesimo giorno antecedente la data del voto. Anche in questo caso lo scioglimento anticipato delle Camere e l'inusuale collocazione della giornata elettorale può comportare qualche difficoltà più del solito.
La legge "Tremaglia" rispose all'interesse a coinvolgere i residenti all'estero in forme di partecipazione politica destinate a tenere attivi i vincoli di cittadinanza, ma da subito ha ricevuto critiche non solo ideologiche, ma legate a disfunzioni operative. Il taglio del numero dei parlamentari ne ha aggravato le difficoltà. Il voto estivo ha complicato la gestione del meccanismo. Forse è l'intero sistema che va radicalmente ripensato, a prescindere dalla difficoltà di introdurre modificazioni a norme costituzionali, che richiedono la procedura aggravata dell'art. 138 Cost. per essere emendate.