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Vado a Cortina, ma da sindaco

, di Davide Ripamonti
Il bocconiano Andrea Franceschi è il primo cittadino della perla delle Dolomiti. Tra i suoi obbiettivi, combattere lo spopolamento, male comune anche alla capitale montana del jet-set

Doveva essere un'estate di svago e relax. Passeggiate in montagna, pedalate in libertà. Ma l'agosto del 2006 è stato freddo e piovoso, di quelli che invitano a stare in casa, a leggere e pensare, soprattutto in montagna. Così ha fatto Andrea Franceschi, ventinovenne di Cortina d'Ampezzo, laureato in Economia aziendale in Bocconi, solo che l'oggetto delle sue attenzioni sono stati i dati economici del paese: mercato immobiliare, presenze negli alberghi, costo del lavoro. Da questo è nato uno studio, Progetto Cortina, pubblicato su internet. Risultato: dopo pochi mesi, con oltre il 61% dei voti e senza l'appoggio dei partiti, Andrea Franceschi è stato eletto sindaco.

"All'inizio l'obiettivo non era questo", spiega Andrea, "ma poi ho ricevuto email, telefonate e lettere che mi chiedevano di candidarmi nonostante io in paese non fossi tanto conosciuto e mancassi da qualche anno. Abbiamo messo in piedi una lista civica che ha ottenuto il doppio dei voti dei tradizionali partiti".

Cortina, 6 mila residenti ma solo 4.500 abitanti effettivi che diventano 50 mila in estate, è una piccola realtà ma non un comune qualunque. Soprattutto, è un comune sempre sotto l'occhio dei riflettori per la forte pressione mediatica che accompagna i più noti dei suoi frequentatori abituali, da Luca Cordero di Montezemolo a Matteo Marzotto, a Sting, per citarne solo qualcuno. Ma Franceschi non si lascia impressionare: "Parlo con tutti, imprenditori, politici, industriali ma anche gente comune, senza aver mai subito alcun tipo di pressione. Chi viene qui, come chi ci abita, vuole solo il bene di Cortina".

In un periodo in cui la gente prende le distanze dalla politica, vista sempre più con diffidenza e sfiducia, Andrea Franceschi ha invece preso questa strada. "Il mio non è un mandato politico. Credo fermamente nella politica con l'iniziale maiuscola", spiega, "ma qui non esistono partiti radicati sul territorio e viene quindi naturale lavorare di più sui contenuti, puntando molto sulle competenze. Io infatti mi sono tenuto le deleghe al bilancio e alle finanze visti i miei studi. In questo modo non subiamo ingerenze".

Bilancio, finanza sono parole che evocano un altro tipo di carriera. "Avevo iniziato a lavorare con Banca Mediolanum ma poi sono stato travolto dagli eventi", dice sorridendo, "quello che faccio adesso lo sento come una missione, non come un lavoro anche se mi assorbe a tempo pieno. Non è nemmeno la più remunerativa delle attività che potessi svolgere e non so neanche per quanto tempo andrà avanti. Abbiamo degli obiettivi ben chiari da raggiungere e non è possibile stabilire adesso se basterà un mandato o ne serviranno altri. Mi piace però molto quello che stiamo facendo".

Nonostante le luci e la fama che accompagnano la "perla delle Dolomiti", Cortina soffre di un problema condiviso con altri comuni montani d'Italia, lo spopolamento.

"Ci sono enormi potenzialità, soprattutto nel turismo, che possono essere sfruttate meglio di quanto fatto finora. Ma il primo problema da risolvere è proprio quello dei molti giovani che, come me, vanno a studiare in città e poi raramente ritornano. A Cortina il costo delle case è intorno ai 15 mila euro al metro quadro, una cifra insostenibile per dei giovani che vogliano mettere su famiglia; dobbiamo aiutarli, altrimenti continuerà inesorabile quella che è, per noi, una vera e propria fuga di cervelli".

Andrea Franceschi, intanto, è tornato e promette di restare a lungo. La sua "missione" è appena cominciata.