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Un futuro senza concerti, ma la musica non si ferma

, di Davide Ripamonti
Per Silvio Capeccia, alumnus Bocconi e tastierista dei Decibel, difficile immaginare il ritorno negli stadi e nei teatri. Ma questa lunga pausa e' un'occasione per continuare a scrivere

"Forse, passato il peggio, sarà lo spunto per qualche bella canzone sul mondo nuovo che ci aspetta e sulle relazioni che cambiano. Per ora, però, anche per il nostro settore è un colpo durissimo". A parlare è Silvio Capeccia, laureato in Economia aziendale in Bocconi ma anche tastierista e cofondatore, con Enrico Ruggeri e Fulvio Muzio, dei Decibel, la storica band punk rock che si fece conoscere al grande pubblico durante il Festival di Sanremo del 1980 con la memorabile Contessa. E che, nel 2017, è tornata sulle scene con l'album Noblesse Oblige, bissato l'anno successivo da L'Anticristo e seguiti da un lungo tour nei teatri e nelle piazze di tutta Italia.

"Per fortuna a casa ho tutto quello che mi serve per continuare a lavorare", dice Capeccia, "la tecnologia mi consente di comporre e provare senza particolari intoppi. Anzi, avendo molto tempo a disposizione ne approfitto per portarmi avanti e mettere nel cassetto brani che torneranno utili in futuro". Un futuro che però non si sa ancora quando, e soprattutto come, sarà. "Difficile immaginare il ritorno ai grandi concerti negli stadi e nei teatri. E questa è una perdita pesante per tutto il settore se si considera che ormai per gli artisti, con pochissime eccezioni, i guadagni arrivano dagli eventi live, non certo dalle vendite dei dischi". E se gli artisti sono la punta dell'iceberg, attorno a loro c'è tutto un mondo che rischia di pagare ancora più duramente questa crisi: "Nell'ultima tournée con i Decibel insieme a noi si spostavano regolarmente una quarantina di persone", riprende Capeccia, "fra musicisti e tecnici. Ma poi bisogna calcolare a cascata tutto l'indotto, dagli hotel ai ristoranti a molte altre cose ancora". Silvio Capeccia è anche un apprezzato compositore, insieme a Fulvio Muzio, di musica ambient e aveva già in programma a giugno una serie di esibizioni in alcune gallerie d'arte, che probabilmente salteranno: "Non abbiamo ancora ricevuto comunicazioni ufficiali ma quasi certamente dovremo rinunciare".

Eppure, in tutto questo, Silvio Capeccia ritiene di essere un privilegiato rispetto a molti altri suoi colleghi, proprio per la sua polivalenza. "Il fatto di suonare sia rock sia ambient, che sono completamente diverse, mi lascia aperte più strade. Poi per un tastierista è più facile organizzare un piccolo spazio a casa, una sorta di studio di registrazione, rispetto a un batterista o a un cantante, che invece necessitano di uno studio vero e proprio. Infine, ma questo vale per tutti, se una cosa simile fosse capitata ai nostri inizi, con la tecnologia di allora, non avremmo certo potuto continuare a lavorare".

E allora pietre miliari come Contessa e Vivo da Re non sarebbero state composte. Noblesse Oblige, Silvio...

Bocconi@home - Silvio Capeccia

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