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Un finanziamento per contribuire a rafforzare il ruolo globale dell'UE

, di Andrea Costa
Alexander Kentikelenis rappresenta la Bocconi nel consorzio che sviluppera' lo strumento

L'Università Bocconi fa parte di un gruppo di 13 università e think tank a cui l'Unione europea ha concesso un finanziamento di 3 milioni di euro nel quadro del programma Horizon per sviluppare uno strumento destinato ad aiutare i responsabili politici a progettare il ruolo futuro dell'UE. Il progetto, denominato The EU Navigating Multilateral Cooperation o in breve Navigator, durerà 4 anni e vede Alexander Kentikelenis del Dipartimento di Scienze sociali e politiche come rappresentante della Bocconi nel consorzio.

Una critica spesso mossa all'UE è la sua debolezza politica rispetto alla sua potenza economica. Ciò è dovuto in parte al fatto che gli Stati membri spesso perseguono politiche senza coordinamento, minando così il ruolo dell'UE come organizzazione multilaterale nel panorama politico mondiale. Per sviluppare la sua strategia futura, l'UE avrà bisogno di una conoscenza approfondita delle tendenze di lungo periodo della governance globale e di come e quanto esse sono accelerate o ostacolate dagli attuali sviluppi geopolitici, come la guerra in Ucraina.

In questo contesto, il progetto Navigator creerà uno strumento analitico che consentirà alla Commissione europea e ad altri attori chiave dell'UE di confrontare i punti di forza e di debolezza delle organizzazioni multilaterali esistenti, di determinare quali possono essere riformate e quali sono troppo costose da riformare, di identificare e valutare le alternative e, su questa base, di elaborare strategie d'azione per rafforzare il multilateralismo con specifico riferimento a sei aree: cambiamento climatico, digitalizzazione, finanza e fisco, salute, migrazione e sicurezza. Il ruolo della Bocconi, in particolare, è quello di guidare lo studio del potenziale dell'UE nella governance economica e sanitaria globale.

Il progetto Navigator partirà dalla raccolta di un grande volume di dati sulla spesa e sulle iniziative politiche dell'UE, insieme a una valutazione delle migliori esperienze e delle opportunità mancate. Le fasi successive comporteranno la raccolta dei risultati di analisi quantitative e interviste strutturate sulle sei aree di interesse, in modo da poter definire quali percorsi d'azione sono in grado di far progredire maggiormente la posizione dell'UE sulla scena globale.

Come afferma Alexander Kentikelenis, "si tratta di ricerca accademica all'avanguardia per dare una base scientifica alla progettazione delle politiche, in modo che l'UE possa definire le sue priorità in modo più efficace ma anche più trasparente."