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Tommaso: i miei primi 50 giorni all news dal fronte della pandemia

, di Tommaso Ebhardt - Alumnus Bocconi, Milan Bureau Chief Bloomberg News
Alumnus Bocconi, Tommaso Ebhardt, Milan Bureau Chief Bloomberg News, ci racconta cosa significa per un giornalista italiano raccontare al mondo l'emergenza sanitaria del Coronavirus

Venerdì 21 Febbraio 1:06 a.m.

La notizia arriva sui nostri monitor nel cuore della notte. Un comunicato stampa di "Lombardia Notizie" annuncia che un "trentottenne italiano è risultato positivo al coronavirus e si trova ricoverato in terapia intensiva all'ospedale di Codogno."
Sul terminale Bloomberg riprendiamo la nota in una giornata in cui a Piazza Affari l'attenzione è ancora concentrata sulle banche italiane: l'offerta d'Intesa Sanpaolo per UBI e le tentazioni londinesi di un grande banchiere.

Ci rendiamo conto quel venerdì mattina che stiamo per affrontare una pandemia dagli effetti devastanti? Che l'Italia sta per vivere il suo momento più duro degli ultimi 75 anni? No. Almeno io, non me ne rendo subito conto.

Quel giorno avevo previsto di lavorare da casa per partecipare alla settimana della famiglia alla scuola dell'infanziadove mi preparavo a raccontare il lavoro del papà di Rodolfo – il giornalista – e a sfornare la prima edizione della "Gazzetta della Classe Lilla." Eppure nel giro di poche ore s'inizia lentamente a comprendere che il caso non è isolato e poco prima della mezzanotte di quello stesso giorno mi trovo a scrivere al governatore del Veneto per farmi confermare la tragica notizia del primo decesso Italiano.

Sono passati quasi cinquanta giorni e migliaia di persone hanno perso la vita. Il paese inizia a sperare in una "fase due" e Milano prova a pensare al futuro.

Non sono più tornato in redazione, e come me tutti i colleghi di Roma e Milano. Forti dell'esperienza dei colleghi cinesi abbiamo iniziato fin da subito a privilegiare il "work from home". La scrivania in camera da letto è diventato il mio nuovo ufficio, le videochiamate sono la nostra redazione virtuale. Con decine di nazioni in tutto il mondo in quarantena, il nostro lavoro è quanto mai richiesto. Gli investitori cercano da noi giornalisti di Bloomberg News – 2.700 in oltre 130 paesi – notizie accurate, affidabili, verificate e una lettura autorevole dei fatti.

Per le prime settimane Milano è, suo malgrado, l'epicentro dell'emisfero occidentale. L'Italia è il primo paese non asiatico a sperimentare la pandemia, le sue conseguenze e vivere misure restrittive adottate dalle autorità. Sono giornate intense in cui dobbiamo focalizzarci sui dati chiave senza perdere di vista il quadro generale. Numeri ma anche emozioni, mentre tutt'attorno sembra crollare.
Ci ritroviamo a scrivere e parlare sulle più disparate piattaforme, dal terminale a Twitter, da Bloomberg TV, alla nostra radio. Non abbiamo risposte definitive alle grandi domande che tutti ci poniamo. Cerchiamo conforto negli esperti, virologi e epidemiologi per le questioni sanitarie ma anche economisti, banchieri e top executives per quelle economiche e aziendali.
Proviamo a immaginare come potrà essere il dopo. Lo abbiamo fatto in un lungo ritratto, che è anche una lettera d'amore, sul futuro di Milano e dell'Italia su bloomberg.com.

Circolano energie positive. Opportunità che nascono da un cambiamento imposto dalla pandemia. Come quel panificio-pizzeria che in pochi giorni si è inventato un nuovo business model con la consegna a domicilio ed è riuscito a salvare il 50% del fatturato, come quelle aziende che hanno scoperto che lo smart working può diventare una soluzione efficace anche nel post emergenza, i gruppi globali che trovano note di conforto da una ripresa degli ordini e della produzione in Cina al termine del lock-down o quelli del lusso "made in Italy" che stanno assistendo a un ritorno d'interesse dei consumatori orientali una volta superata la fase più critica.

Un manager col maglione, che ha fatto la differenza, nel suo ultimo discorso agli investitori prima di scomparire in un ospedale svizzero ha lasciato un testamento di leadership che vale la pena rileggere nella Milano di aprile 2020: "Siamo e saremo concentrati sulla musica, la vera musica," disse Sergio Marchionne ai suoi manager nel giugno del 2018. "Il nostro approccio sarà diverso. Improvvisazione. Agilità. Apertura al dibattito. Umili ma senza paura, nati dall'umiltà. Perché siamo diversi da tutti? Perché noi siamo dei sopravvissuti."