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Persone Valeria Pascucci

Sulle punte fino a Seattle

, di Pietro Masotti
Il suo sogno era diventare una ballerina classica ma, causa una malattia, ha dovuto cambiare il suo futuro. E così dopo una laurea e un phd in ingegneria e un mba in SDA Bocconi è arrivata ad Amazon dove oggi è WW Same Day Director

“All’esame di maturità dissi alla commissione che, dopo il liceo, volevo fare la ballerina di danza classica. Purtroppo, una malattia autoimmune ha interrotto questo sogno e, a 18 anni, ho dovuto riprogrammare il mio futuro”. Valeria Pascucci ricorda così il momento in cui, alla fine dell’adolescenza a Civitanova Marche, il suo percorso professionale ha imboccato la strada che l’ha portata fino a Seattle, dove oggi ricopre il ruolo di WW Same Day Director in Amazon. “Mi sono iscritta a ingegneria quasi per caso, guidata dalla mia attitudine analitica. Dopo la laurea, ho proseguito con un PhD in ingegneria di strutture e infrastrutture che mi ha aperto le porte di una società con headquarter a Londra, Arup, dove mi sono occupata di progetti di geotecnica. Molti dei clienti erano società di Oil&Gas e così ho cominciato a conoscere anche il mondo dell’investment banking e ad appassionarmi al project financing”.

Si inserisce a questo punto l’esperienza dell’MBA in SDA Bocconi, inizialmente a Milano, e poi alla Chicago Booth – School of Business. Da qui l’approdo in Amazon, nel 2013. “L’azienda era già una multinazionale, ma c’era un clima da startup che mi ha conquistato sin da subito e che riconosco ancora oggi nella capacità di ‘raising the bar’ in ogni aspetto e dettaglio del business, soprattutto nell’esperienza lato customer”. 

Oggi Valeria gestisce il business di Same Day a livello globale, coordinando un team di software development engineers, product e business managers, data engineers and analytics. “Il lavoro in Amazon è analitico, rigoroso, ma allo stesso richiede creatività e immaginazione... ed è proprio questa combinazione che lo rende interessante ogni giorno. Mi appassiona lavorare per il miglioramento continuo dell’esperienza dei customers: è un obiettivo ambizioso e sfidante, di grande stimolo professionale e personale”. 

Il concetto di gestire la complessità si applica anche alla vita personale di Valeria, che è sposata e ha un figlio piccolo che ogni tanto la segue nelle trasferte lavorative. “Non ho mai pensato di rinunciare al mio lavoro per diventare mamma. Lavorare mi dà tanta energia e stimola la mia innata curiosità, tutto questo si riflette nella vita in famiglia e viceversa. Ne ho avuto la conferma anche in frangenti complessi, come durante il lockdown del 2020. Mio figlio aveva pochi mesi e io, rientrata dalla maternità, ho avuto l’opportunità di lavorare in una task force che doveva capire come si diffondesse il virus, come definire protocolli di testing per i nostri dipendenti e come proteggersi efficacemente. È stata una esperienza di grandissimo impatto, non solo perché ho lavorato con persone dai background molto diversi, da science experts che simulavano i flussi di propagazione del virus, ai tecnici e ingegneri di laboratorio, agli addetti per il trasporto dei test in modo sicuro, ed ho imparato tantissimo da ognuno di loro, ma anche perché questa esperienza mi ha fatto capire il valore sociale che poteva avere il mio lavoro.” 

“In Amazon, il fatto che sia donna non ha mai comportato alcuna differenza, ma non è sempre stato così. Quando ero ingegnere qualche episodio che mi ha fatto riflettere mi è capitato. Ricordo la prima volta che, da giovane project manager, andai sul cantiere di un building, a Londra. Fui accolta da un responsabile che, di fronte a tutti, mi chiese se fossi lì per portare i caffè. Veramente sarei responsabile di controllare il suo lavoro”, gli risposi sorridendo. Per fortuna, sono una persona ironica e difficilmente mi offendo. Dopo quella risposta, abbiamo lavorato tutti benissimo ed in armonia su quel progetto, anche se è mi sono chiesta spesso se la dinamica di quel primo incontro in cantiere si sarebbe svolta diversamente se fossi stata un ingegnere uomo”.