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Persone Anna Zò

La diversità è un valore. Anche nel lavoro

, di Camillo Papini
Ciò che sembra lontano, inconciliabile, il più delle volte non lo è. Anzi, tenere insieme elementi e mondi diversi è la sfida, vinta, di Anna Zò

“Combinare insieme studi e competenze professionali diversi, anche apparentemente lontani, per capire in prima persona dove ti portano queste esperienze e come ognuno di noi le metabolizza. Oggigiorno, non si possono più fare strategie di lungo periodo per costruire il proprio futuro. Quindi, meglio affrontare la propria crescita personale, formativa e lavorativa a piccoli passi. Io sono sempre stata orientata verso materie e un’occupazione nel mondo dell’arte e della cultura, ma mi sono laureata in Bocconi. Ebbene, adesso lavoro nel settore musicale e riesco a comprendere meglio scenari e contesti proprio grazie alla mia preparazione tecnica”. Anna Zò ha studiato Economia e management per arte, cultura e comunicazione, ha concluso il Master in Economics and management in arts, culture, media and entertainment e ora è operations manager di Music innovation hub, impresa sociale che si occupa di progetti innovativi e socialmente responsabili nel settore musicale. Un mondo creativo per antonomasia ma pur sempre a predominanza maschile: “Provate a dire il nome di una nota compositrice nella storia della musica? Ecco, è difficile. Oggi, però, ci sono tante artiste e molte manager della musica. E meno male che ci sono, anche se rimangono sempre poche. Il sistema cambia, è vero, ma io aspiro a non avere più dei modelli cui guardare perché questo vuole dire che quei modelli sono delle eccezioni. La presenza delle donne dev’essere la normalità”.
Dopo l’università, Zò ha lavorato nella comunicazione di una grande azienda farmaceutica come Alliance Boots a Londra e la bontà di quell’esperienza è stata maturare la certezza che un lavoro dietro a una scrivania non faceva per lei. Trasferitasi a Parigi ha seguito in parallelo percorsi diversi studiando a Sciences Po e contribuendo all’organizzazione di Ecu-The European Independent Film Festival. “Ebbene, il periodo parigino è stato quello da cui ho raccolto di più. Adesso viaggio molto per eventi musicali o conferenze che parlano di musica e contribuisco nel quotidiano a una migliore rappresentanza femminile in questo settore. Come? Se mi chiedono il nome di qualche esperto in certo frangente del mio settore, indico quello di una donna perché la mia idea di femminismo è concreta e parte dal basso. Faccio tesoro di quello che sento dalle donne con più esperienza e rimango in ascolto con quelle più giovani per capire le loro aspirazioni, i loro timori. Insomma, faccio rete”. 
Zò non nega che ci sia competizione tra donne, proprio perché sono poche nel mondo del lavoro. Ma collaborare insieme dal basso è la sua ricetta per far crescere la presenza femminile, per potere dire la propria, non solo nelle piazze. 
Tuttora la sfida di Zò è tenere insieme elementi diversi, all’apparenza lontani. Tre in particolare come musica, tecnologia e sostenibilità. La prima intesa come creatività, la seconda che deve procedere nel rispetto dell’essere umano che crea quella musica e di chi l’ascolta, la terza pensata come sviluppo sostenibile, nell’ideazione di eventi dal vivo a basso impatto ambientale, nell’analizzare il consumo energetico delle piattaforme digitali o nel garantire accessibilità e inclusione nel consumo musicale. “Certo, lavoro in un’impresa sociale dove la questione di genere è tenuta molto in considerazione e parto da una posizione forse più privilegiata di altre, ma il gender gap è un dato di fatto nel mio settore e serve un impegno concreto e su molteplici livelli per sanarlo”, spiega la giovane manager che, come ai tempi dell’università, continua a perseverare, a mischiare coraggio e resilienza. Del resto, basta pensare alla cantante Taylor Swift: “E’ donna, l’artista più ascoltata al mondo nel 2023, seppur indipendente, e può influenzare persino l’economia dei Paesi in cui si esibisce, a proposito di ruolo femminile e forza nel combinare elementi apparentemente distanti tra loro”, chiosa con un po’ d’ironia Zò.