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Approdata in Bocconi grazie a una borsa di studio, Sara Scrittore è oggi top manager in una grande multinazionale

Quando si è diplomata, Sara Scrittore aveva in mente soprattutto una cosa: studiare matematica. La Bocconi non era certo in cima ai suoi pensieri. Poi, selezionata dal Soroptimist come una delle diplomate più brave d’Italia, ha affrontato il test, quasi per gioco. “E se poi mi prendono, che cosa facciamo?”, ricorda di aver detto Sara ai propri genitori, il papà impiegato in acciaieria e la mamma casalinga, alludendo alle tasse universitarie onerose rispetto a quelle di un ateneo pubblico. “Loro mi hanno incoraggiata, hanno sempre desiderato che io e mio fratello potessimo laurearci e quindi mi hanno detto di non pensarci, che in qualche modo avremmo fatto”. E così è stato, e anche grazie alle borse di studio messe a disposizione dall’Università Sara Scrittore ha potuto laurearsi in Economia aziendale e iniziare una carriera di altissimo profilo fino a diventare Executive Vice President e General Manager South Europe Hub - Colgate Palmolive. 

“Se non avessi fatto la Bocconi oggi probabilmente insegnerei matematica”, dice Sara ricordando il vecchio amore dei tempi del liceo. Ma ovviamente senza rimpianti, visto il suo percorso professionale. “Sono entrata in Colgate Palmolive nel 1994 con un ruolo nel settore della logistica”, spiega, “che mi interessava molto. Ma ho presto capito che questa non era un’azienda dove si faceva un’unica cosa e ci si specializzava in quello. Dopo un po’ ho cambiato mestiere, sono passata alle vendite. In pratica sono rimasta sempre qui ma facendo molteplici esperienze”. Compreso un lungo periodo, circa 20 anni, all’estero. Inizialmente non previsto, almeno in questi termini. “Quando mi hanno proposto di andare fuori dall’Italia io e mio marito, Massimo, conosciuto proprio in Bocconi, abbiamo accettato con entusiasmo, ma pensando che sarebbe stata un’esperienza più breve”. Nel 2001 intraprende la carriera internazionale che la porta a trasferirsi in Asia, in Portogallo e negli Stati Uniti. “Ho cambiato ruoli, ho accettato sfide nuove e diverse, assecondando quella che è una consolidata cultura aziendale che propone opportunità uniche per chi abbia il coraggio di mettersi in gioco”, dice. Una predisposizione all’apertura e al cambiamento innata ma in qualche modo allenata ai tempi dell’università: “La Bocconi già negli anni 80 era un ambiente internazionale, stimolante e competitivo, che premiava il merito. Io, figlia di classe operaia, non ho mai sentito di avere meno opportunità dei figli di imprenditori”, ricorda Sara Scrittore. “Il fatto di avere una borsa di studio mi stimolava a fare bene e a farlo velocemente”. La storia di Sara è certamente un esempio, lei ne è conscia e accetta la responsabilità di buon grado: “Noto con dispiacere che nei ragazzi di oggi c’è molto più timore di fallire rispetto a quelli della mia generazione, quasi una sorta di autocensura. Io dico invece che devono provare, magari andrà bene o magari no, ma l’importante è provarci. La Bocconi, in particolare, offre un livello accademico altissimo, chiede molto ma offre altrettanto in termini di supporto e di disponibilità dei docenti e dei vari servizi”. 

Sara Scrittore è stata recentemente inserita nell’iniziativa Changed by Women, il racconto delle storie di laureate Bocconi il cui percorso possa fungere da esempio per le ragazze delle giovani generazioni. Che cosa si sente di raccontare loro? “Le ragazze sono portate a pensare che 20 o 30 anni fa fosse molto più difficile fare carriera per una donna e certamente è vero. Quando mi trovo in riunioni con dirigenti del mio livello il numero di donne presenti è ben lontano dal 50%. Tuttavia nel mio percorso di carriera non mi sono mai sentita discriminata od ostacolata, il clima aziendale in Colgate-Palmolive è sempre stato favorevole per tutti. Io sono orgogliosa della mia carriera e dico alle ragazze che chiunque, credendoci, può avere una possibilità”. 

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