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Il software di Quick Algorithm, basato sul machine learning, monitora e identifica anomalie dei macchinari industriali. Oggi l’azienda, che è stata accelerata da B4i, è in forte crescita e si espande nel mondo

L’Intelligenza Artificiale fa con un macchinario industriale quello che un dottore fa con un paziente umano. Quest’ultimo rileva i parametri vitali del paziente per curare o prevenire eventuali malattie; invece il software proprietario di Quick Algorithm basato su cloud, Scops.ai, monitora i valori fondamentali di una macchina come vibrazioni e consumo energetico. In questo caso l’obiettivo è identificare anomalie attraverso un sistema avanzato di machine learning. Così Scops.ai può suggerire interventi preventivi prima che potenziali criticità diventino concreti problemi, con tanto di danno economico per l’attività industriale. Un esempio su tutti: il fermo di una linea produttiva. 
 

Quick Algorithm interviene ovunque ci siano per esempio motori elettrici, pompe, compressori o nastri trasportatori, tutti macchinari presenti nelle grandi come nelle piccole e medie imprese. Tanto è vero che “abbiamo ampliato i comparti presidiati, dal food al pharma, dall’auto alla chimica”, dichiara Francesca Tosi, head of product e membro del cda della startup accelerata da Bocconi for innovation (B4i) dell'Università milanese e poi da Motor Valley accelerator, promosso da Cdp venture capital, UniCredit, Fondazione Modena e gestito da Crit e Plug and Play, anche in veste di investitore. Puntando su flessibilità e scalabilità, “la nostra offerta ci ha permesso di entrare pure in mercati esteri come Usa, Regno Unito, Germania ed Emirati arabi uniti. Stimiamo di chiudere il 2024 con ricavi su del 50% dai circa 385 mila euro di fine 2023. Nel nuovo anno, inoltre, prepareremo un nuovo round di fundraising, atteso negli ultimi mesi del 2025”. 


Grazie a Scops.ai, Quick Algorithm punta a ridurre i costi e a migliorare l'efficienza operativa di uno stabilimento, diminuendo in media i consumi energetici del 15% e i fermi produttivi inattesi del 30-40%. Ma, sempre secondo Tosi, “a livello di software il miglioramento dei nostri algoritmi è costante, rendendo sempre più precisa l’identificazione dei potenziali problemi e delle relative soluzioni. Sono ormai minimi i casi di falsi allarmi. Invece, dal punto di vista dell’hardware, abbiamo iniziato a produrre internamente un nostro sensore wireless di vibrazioni, specificamente progettato per macchinari tra cui pompe, motori elettrici e compressori. In questo modo cavalchiamo un mercato della sensoristica IoT (Internet of Things) in crescita”. I prossimi passi? “Stiamo ampliando le applicazioni della nostra tecnologia e stiamo sviluppando ulteriori sensori per rispondere a nuove esigenze specifiche”, risponde l’head of product di Quick Algorithm, che ci tiene però a precisare: 
Comunque, è tutto l’IoT industriale che vive una fase di forte sviluppo, sostenuto da piani come Transizione 5.0, chiosa Tosi, ricordando che “nel nostro business la tecnologia non sostituisce l’umano, bensì abilita funzioni che prima difficilmente si sarebbero potute svolgere, data l’elevata mole di dati provenienti da fonti differenti. Basti pensare all’impegno di monitorare tutte queste informazioni ogni giorno e alla capacità di trarne indizi sulle prossime anomalie”.

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