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Quel sipario che si alza, e gli applausi che scrosciano...

, di Davide Ripamonti
Elisa Balbo, alumna Bocconi e giovane ma affermata soprano, attende che riparta la stagione teatrale. E si prepara al debutto nella sua Liguria

La cultura non si ferma è il grido di battaglia di teatri, musei, istituzioni culturali in genere in questo delicato momento. Ma gli spettacoli dal vivo, vero motore emozionale ed economico del settore "cultura" in Italia, quelli, purtroppo, si sono dovuti fermare. E non si sa quando ripartiranno. "Siamo come coloro che son sospesi", dice, citando il Poeta, Elisa Balbo, laurea triennale in International economics and management e double degree in International management, entrambe in Bocconi, che è oggi, a poco più di 30 anni, una delle soprano più apprezzate del panorama italiano e non solo, apparsa su palcoscenici prestigiosi come, tra gli altri, il Teatro dell'Opera di Roma, La Fenice di Venezia, l'Arena di Verona e la Wiener Konzerthaus.

"Purtroppo siamo stati i primi a chiudere e saremo, con tutta probabilità, gli ultimi a ripartire", l'amara considerazione di Elisa, ligure di nascita ma residente a Brescia, una delle zone più martoriate dalla pandemia. "Noi artisti siamo abituati alle lunghe pause, a periodi di studio a casa, ma in questo momento lo sconforto è dovuto alla consapevolezza che il nostro sarà un mondo da ricostruire. Dovremo ritrovare il pubblico, fare in modo che torni nei teatri vincendo il naturale timore", continua Elisa, "ma dovremo riuscirci perché per noi il contatto con la gente è essenziale, non possiamo diventare qualcosa di diverso". E qui il pensiero di Elisa Balbo va alle proposte, che incominciano a circolare nell'ambiente, su come riorganizzare gli spettacoli nella prospettiva di una riapertura dei teatri troppo lontana nel tempo.


"L'opera lirica è una forma d'arte complessa, che unisce canto, danza, recitazione, musica. C'è chi ha proposto di dislocare l'orchestra in altra sede e farla suonare da remoto, con noi che ci esibiamo sul palco con adeguato distanziamento e il pubblico che ci segue all'esterno su grandi schermi", continua Elisa, "ma io non riesco a immaginare una soluzione del genere. Andremmo a trasformarci in qualcosa di diverso, che assomiglia di più alla tv che a un'opera lirica. E soprattutto ci priverebbe del momento più magico per un artista, quando si alza il sipario e si sente l'applauso delle persone davanti a te, che non vedi ma sanno trasmetterti tutto il loro calore".

Eppure in qualche modo il settore ha bisogno di ripartire, troppe le persone coinvolte e poche le tutele a loro riservate. "Noi cantanti veniamo pagati ad 'alzata di sipario', possiamo cioè fare prove per un mese ma se poi lo spettacolo non va in scena, oppure ci capita qualcosa, non percepiamo nulla", spiega ancora Elisa Balbo, "ma c'è un lunghissimo elenco di persone e di piccole aziende che ruotano attorno a questo mondo e che, se non sono dipendenti dei teatri, versano in uno stato di grande precarietà". Senza dimenticare che gli eventi musicali e teatrali, i festival, sono un tradizionale appuntamento dell'estate italiana, con grandi ricadute anche sul turismo, un altro dei settori più martoriati. Gli spettacoli saltati sono già molti, in pratica tutta la programmazione estiva. E non si vede la fine.

Ma cosa fa una cantante d'opera quando le manca uno spettacolo per il quale prepararsi? "Studio, come faccio nei normali momenti tra un'esibizione e l'altra. Ma, avendo molto più tempo, mi preparo anche per nuovi ruoli che durante i periodi di normalità non si ha mai il tempo di approfondire. E poi ci sono i progetti discografici". Ma anche, e di questo Elisa è restia a parlare un po' per doveri contrattuali e un po', forse, per scaramanzia, il debutto nella sua Liguria sul palco del Teatro Carlo Felice di Genova con il ruolo di protagonista ne La Vedova Allegra: "Un momento particolarmente importante per me, spero davvero si riesca a fare. Con il sipario che si alza e gli applausi del pubblico...".

Bocconi@home - Elisa Balbo

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