Passione e impegno, gli ingredienti di Filippo in piscina come nella vita
Franceschi è un cognome noto nel mondo del nuoto, è quello di Long John (Giovanni Franceschi, classe 1963, vincitore di due ori europei e un bronzo mondiale), ma è anche quello di Filippo, suo figlio, un ragazzo che da Empoli si è trasferito a Milano e si è iscritto al corso di Economia aziendale e management in Bocconi, dove sta frequentando il primo anno.
Di sicuro Filippo ha i "geni buoni", ma è anche vero che fin dai primi mesi di vita fa amicizia con l'acqua: "Ho iniziato con un corso di nuoto neonatale e poi a pochi anni le prime lezioni di stile" e poi la crescita sportiva e personale sempre nella stessa squadra a Empoli affinando sempre più la tecnica dello stile rana, fino a diventare campione in carica nella categoria juniores per i 50 e 100 rana.
Certi risultati si conquistano grazie a una passione e a un impegno notevole allenandosi tutti i giorni in piscina per più di due ore, oltre agli allenamenti "a secco" e cioè in palestra tre volte alla settimana, una dieta da seguire, una costanza da nutrire giorno per giorno.
Il nuoto è per Filippo un momento di stacco dalla routine e dagli studi, lo ha sempre aiutato a smaltire lo stress, per questo una volta scelto di trasferirsi a Milano per l'università, ha deciso di continuare a nuotare nella squadra della Geas di Sesto san Giovanni, un ambiente rilassato ma anche competitivo dove ogni giorno ci si allena e ci si diverte. Nello stesso tempo Filippo e il suo coach si sono posti obiettivi a breve termine che rivelano la determinazione del giovane Franceschi: l'obiettivo dell'anno è vincere i campionati di categoria cadetti e arrivare in finale (tra i primi otto) a livello assoluto, cioè con nuotatori di età differenti. Nel 2015 invece la sfida è partecipare alle Universiadi da studente vero, in corso, con gli esami in regola, cosa che purtroppo non è frequente in questo avvenimento.
Ottenere risultati è un ingrediente fondamentale per alimentare la passione: "Il nuoto è una gara "pulita" in cui se vinci vinci da solo, certo grazie all'allenatore e allo staff, ma sei tu che tocchi per primo, e un centesimo fa la differenza, è una soddisfazione tutta personale. Manca il concetto di squadra come gruppo con cui condividere la prestazione, come legame, ma è anche bello sapere quanto si vale personalmente". Per Filippo il nuoto è stato ed è tutt'ora, un felice mix di divertimento, relax, impegno e determinazione, lo sport come scuola di vita e non come lavoro. Proprio per questo ha deciso di trasferirsi a Milano e iscriversi in Bocconi: "Gli anni migliori per un nuotatore sono tra i venti e i ventisei anni, poi tranne pochi casi, non si può vivere di nuoto. Per questo ho deciso di trasferirmi a Milano e continuare gli studi in Bocconi, per avere una formazione completa e maggiori sbocchi lavorativi. Per quanto il nuoto sia importante, per me oggi la priorità è lo studio".