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NANDO ti aiuta a fare la differenziata
Dove si butta il bicchiere del caffè preso alla macchinetta automatica? Nella plastica. No. Nella carta? Nemmeno. Spoiler: dipende. Di certo non va nella raccolta indifferenziata, anche se è sporco. Conoscere la risposta esatta, però, non dipende dall’essere esperti di materiali industriali, bensì dal poterlo chiedere all’Intelligenza Artificiale (IA). Ecco perché è nata nel 2019 ReLearn, startup torinese del cleantech, accelerata da Bocconi for innovation (B4i), hub imprenditoriale dell'Università Bocconi, a supporto dei founder di startup early-stage. Il bicchiere del caffè è solo l’emblema di come può essere mal condotta la raccolta differenziata dei rifiuti, “anche se il suo scarto è in particolare l’errore più comune che si commette”, spiega Chiara Incorvaia, carbon accounting specialist di ReLearn. “Senza l’aiuto delle nuove tecnologie non l’avremmo saputo con certezza. Ma soprattutto senza l’Intelligenza Artificiale non potremmo capire con precisione quale è il nostro impatto ambientale, come poter risparmiare in media il 40% dei costi operativi sostenuti per la gestione dei rifiuti e, ancora, come contribuire a migliorare le conoscenze green di cittadini e dipendenti aziendali”.
All’atto pratico, la tecnologia sviluppata dalla startup fondata da un gruppo di ingegneri si chiama NANDO (dal nome del re Ferdinando II di Borbone che, già nel 1832, aveva regolamentato la raccolta differenziata) ed è un’IA capace di riconoscere i rifiuti dalle loro immagini (cosiddetta image recognition). Questo è possibile sia grazie a dei sensori plug&play installati direttamente sui cestini sia grazie all’applicazione chiamata, per l’appunto, NANDO.App. Con NANDO.App la società addetta al cleaning scatta la foto al cestino, prima dello svuotamento, e registra così quantità e qualità dei rifiuti prodotti. “È grazie a questi dati, disponibili in tempo reale, che un’azienda, un’istituzione o un organizzatore di eventi comprende se può produrre meno rifiuti o anche solamente se svuota i cestini prima che siano pieni, non ottimizzando un’operazione che ha un costo per ogni sacco impiegato nella raccolta”, sottolinea Incorvaia. “Il salto rispetto al passato, permesso dall’Intelligenza Artificiale, è notevole visto che prima si procedeva a pesare con una tradizionale bilancia i rifiuti e poi si dovevano inserire manualmente i dati raccolti”, aggiunge la carbon accounting specialist di ReLearn che, tra i vantaggi dell’IA, vede anche quelli di anticipare il rispetto di obblighi normativi ambientali sempre più puntuali e che, progressivamente, interesseranno non solo le grandi imprese ma anche le pmi.
Tra i clienti di ReLearn ci sono gli aeroporti milanesi di Linate e Malpensa, il gruppo Iren e Iveco e spesso la startup coinvolge i dipendenti dei partner con Circular challenge, sfide a premi tra i dipartimenti aziendali a chi fa la migliore raccolta differenziata. “Affidarsi ai dati per organizzare meccanismi premiali di coinvolgimento contribuisce di più a radicare una maggior consapevolezza ambientale. Diventa un valore per cui impegnarsi”, chiosa Incorvaia.