Meglio lo sviluppo domani dell'uovo oggi
Non solo aiutare le popolazioni rurali a superare la soglia di povertà ma anche e soprattutto promuovere in parallelo lo sviluppo di conoscenze, la nascita di cooperative locali e l'abitudine a misurare, rendicontare i risultati di ogni iniziativa sul territorio. Sono questi alcuni degli impatti positivi del suo lavoro secondo Beatrice Gerli, gender and targeting specialist per International Fund for Agricultural Development (IFAD), con un Master of Science in Economics and Management of Public Administration and International Organizations all'Università Bocconi. Gerli lavora presso l'IFAD che è sia agenzia specializzata dell'ONU sia Istituzione Finanziaria Internazionale, a supporto di progetti nel settore dell'agricoltura, spaziando però dalla pesca fino allo sviluppo di filiere produttive (come quelle del caffè, del cacao o del latte).
"La povertà ha molte facce: può essere economica, di conoscenze o di diseguaglianze sociali. Dovendo tener conto di molteplici ambiti su cui intervenire, misuriamo i risultati dei nostri progetti attraverso indici compositi", dichiara Gerli, "come nel caso dell'Women's Empowerment in Agriculture Index, importante perché fotografa la diversa condizione di uomini e donne in molti ambiti, tra cui l'accesso e il controllo delle risorse produttive e del credito, la carica di lavoro, l'appartenenza a gruppi locali, la leadership e la violenza domestica". Quest'approccio multidimensionale allo sviluppo è alla base di tutti i progetti IFAD, come nel caso di un progetto di appoggio alle cooperative di donne produttrici di caffè in Uganda, che ora esportano anche all'estero. Oppure in Mozambico, dove sono attivi gruppi femminili di risparmio collettivo che si servono di mobile banking per gestire i loro risparmi.