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Le tre sfide per portare la direzione acquisti nella nuova era

, di Giuseppe Stabilini - SDA Associate professor of practice di procurement and supply management
Osservatorio permanente, convergenza tra tecnologie e business e capacita' di implementare la soluzione: sapranno le aziende italiane cogliere l'opportunita' e rivoluzionare processi e relazioni?

La direzione acquisti, nelle imprese, ha di fronte oggi una nuova sfida. Dopo aver affermato il suo ruolo strategico, dopo aver investito sulle proprie risorse e competenze, la direzione acquisti si prepara a diventare digitale.
Si chiama digital procurement e definisce tutto lo spettro di applicazioni e tecnologie in grado di far evolvere i processi di relazione con i fornitori a un livello più elevato di automazione, proattività, trasparenza e di governo delle decisioni. Nella sua accezione più ampia, il digital intende costruire una piattaforma virtuale che abbraccia l'intero ecosistema di fornitura, comprendendo non solo i fornitori ma tutti gli stakeholder che hanno relazione con le decisioni di fornitura (istituzioni finanziarie, servizi a supporto, distributori e anche clienti).
A differenza dell'e-procurement (nato già negli anni 2000), l'obiettivo non è solo riprodurre in formato digitale processi e attività svolte in modalità diverse (talvolta manuali e non integrate con l'Erp) ma supportare le decisioni in logica proattiva e predittiva. Il digital affianca così il buyer nella presa di decisioni, offrendo un quadro completo sia della situazione in essere, sia delle possibili evoluzioni dell'ecosistema. Inoltre, col digital procurement vengono introdotte nuove tecnologie digitali, oggetto di forti attenzioni da parte del management per la capacità di trasformare, a volte radicalmente, i modelli di business: predictive analitycs, blockchain, internet of things, machine learning e robotic process automation.
La combinazione di queste due caratteristiche genera un enorme potenziale di innovazione per la direzione acquisti. Molte imprese, per esempio, hanno già digitalizzato le fasi di scouting di nuovi fornitori, la gestione delle negoziazioni, il governo dei contratti, il ciclo passivo e il reporting funzionale. Si possono anche introdurre nuovi strumenti e logiche che affiancano pienamente, senza sostituire, il buyer nelle decisioni più critiche, aumentandone visione e intelligenza. Per questo motivo le nuove tecnologie vengono valutate e implementate in associazione a nuovi modelli operativi. Cambia il mezzo, ma cambia anche il contesto nel quale la decisione viene presa. Il rapporto con il fornitore si evolve, andando a comprendere aspetti della relazione fino a oggi non considerati.
Di fronte a questo scenario, qual è la sfida oggi per il procurement?

In primo luogo serve un osservatorio attento e continuo sullo stato di evoluzione e attrattività delle tecnologie. L'osservatorio può lavorare in una logica aziendale piuttosto che funzionale. Serve comprendere le caratteristiche, il grado di maturità, l'infrastruttura a supporto (It e normativa) e diffusione di queste tecnologie emergenti.
In secondo luogo, e questa è la sfida più ardua per il procurement, serve cogliere la coerenza tra le caratteristiche delle tecnologie e le esigenze dei processi di acquisto e di fornitura. Sfida ardua perché è necessario far convergere competenze tecnologiche con quelle di business.
L'ultima sfida riguarda l'implementazione. La scelta della soluzione tecnologica, dei partner e dei soggetti da coinvolgere nelle fasi di sviluppo e test risulta critica, così come la gestione del cambiamento, sia a livello di cultura, sia di competenze da sviluppare a tutti i livelli dell'organizzazione. Ovviamente vi è anche la criticità relativa alla valutazione dell'investimento.
A livello globale, molte aziende stanno sperimentando e attuando questa evoluzione verso il digital procurement. A livello italiano ci sono realtà più evolute sul tema digital, sia aziendale sia di acquisti, con lo sviluppo di soluzioni originali anche dal punto di vista organizzativo.
Sapranno le aziende italiane cogliere questa opportunità? Saprà la direzione acquisti ripensare i propri processi e integrare le tecnologie emergenti più efficaci?