Ai generativa: tanto Hype ma anche tanti dubbi
Da quando Open AI ha presentato ChatGPT, l'opinione pubblica e le aziende sono state investite da un'ondata di dibattiti, slogan sensazionalistici, proclami catastrofistici e facili generalizzazioni che hanno reso la comprensione di un fenomeno già di per sé non semplice, assolutamente confusionaria e intricata.
Dopo un'iniziale fase di comprensibile entusiasmo per la novità e le performance dei sistemi generativi, l'opinione del pubblico è stata subito catturata da una nuova retorica 'catastrofista', che vede nell'AI, e nell'AI generativa, una minaccia quasi esistenziale per l'umanità. L'emblema di questa posizione è la lettera aperta pubblicata a inizio 2023 dal Future of Life Institute, in cui si chiedeva a gran voce una moratoria sullo sviluppo di sistemi AI più potenti di GPT4. Nei mesi successivi, non sono mancati nuovi slanci di grande entusiasmo, in corrispondenza del rilascio di nuove funzionalità di ChatGPT, del lancio sul mercato di prodotti simili da parte di concorrenti, o di round di raccolta di investimenti da parte di startup AI davvero considerevoli.
La tempesta non si ferma però, perché a questi momenti di travolgente ottimismo, ulteriormente spinti dalla narrazione dei vendor tecnologici, che enfatizzano gli effetti economici e sociali rivoluzionari della Generative AI, si sono intervallati altri segnali preoccupanti. Uno su tutti per portata mediatica, l'abbandono di Goeffrey Hinton, uno dei padri dell'AI moderna e vincitore del Premio Turing, dalla propria posizione in Google, per potersi esprimere più liberamente sui rischi sociali che l'AI pone. Ancora, i segnali preoccupanti a livello di reazioni nel mercato del lavoro, come lo sciopero durato ben 118 giorni indetto dall'Actors Guild di Hollywood, che, tra i vari temi, ha ottenuto una promessa di protezione contro i rischi dell'AI per la categoria. A questi elementi aggiungiamo un dettaglio: se per gli addetti ai lavori è ovvio e naturale prendere con le pinze l'uso di alcuni termini tipici del contesto AI come, ad esempio, 'intelligenza', 'apprendimento', reti 'neurali', o 'allucinazioni', questo automatico meccanismo di autodifesa non necessariamente si innesca in chi non fa dell'AI un elemento centrale del proprio lavoro. Questo, in una fase di grande democratizzazione dell'accesso a molte capacità dei sistemi AI, rischia di portare a un'ulteriore esacerbazione della retorica ultra-positiva o preoccupantemente scettica.
Che considerazioni possiamo fare quindi, ad oggi, sugli impatti lavorativi dell'AI per aiutarci a navigare in un dibattito così articolato?
Un punto chiave è relativo a una lettura ragionata che deve essere condotta di fronte ai primi numeri sugli impatti quantitativi dell'adozione di strumenti generativi su alcune attività lavorative tipiche. Per esempio, sono stati testati in diversi contesti strumenti che a vari livelli supportano la scrittura di codice. Malgrado gli impatti positivi riportati dagli utenti siano ampiamente presenti, diverse indagini hanno anche dimostrato che chi fa uso di questi strumenti tende, pure in presenza di grande fiducia nel proprio output, a produrre codice con maggiori problematiche di sicurezza. In maniera simile, uno studio condotto da Harvard Business School in partnership con The Boston Consulting Group ha testato l'uso di ChatGPT su circa 700 consulenti aziendali. I risultati, positivi a livello aggregato, hanno tuttavia evidenziato dei punti di attenzione in termini di impatti non omogenei su diverse classi di consulenti, con quelli già più performanti impattati in maniera minore, e di maggiore esposizione a errori nel caso di task meno definiti.
Di conseguenza, trarre conclusioni sull'effettivo impatto sul mondo lavorativo, sociale, e sui processi aziendali dei nuovi strumenti di AI generativa è particolarmente complesso. Tuttavia, per combattere la tentazione di lasciarsi trascinare da una dialettica positiva o negativa a ogni costo, è fondamentale interpretare in maniera ragionata, e non acriticamente sposando una posizione o l'altra, le prime evidenze che emergono dai casi di effettiva adozione, in modo da porsi nella condizione giusta per formulare delle appropriate strategie di accompagnamento, risposta, ed eventuale mitigazione dei potenziali impatti negativi.