La riduzione della poverta' infantile passa anche da un approccio olistico
Nel post-Covid, per la prima volta dopo anni, la povertà infantile è tornata a crescere accompagnata, tra l'altro, dalla recente crisi alimentare, una delle peggiori del 21° secolo. Il mix di pandemia, conflitti, effetti climatici e inflazione, in molte aree del mondo, hanno esacerbato le diseguaglianze e portato la popolazione a subire conseguenze pesantissime. "Già i lockdown economici avevano tolto gran parte o l'intero reddito a molte famiglie", spiega Silvia Paruzzolo, Global Head of Programs, Child Poverty Reduction di Save the Children, laureata in Discipline Economiche e Sociali-DES e con un dottorato in Pubblica Amministrazione all'Università Bocconi di Milano. "Oggi, molte famiglie si trovano a ricorrere ad azioni estreme per cercare di sopravvivere, come i matrimoni precoci o il lavoro minorile per i propri figli".
L'incremento della povertà infantile può essere contrastato da "un approccio olistico ai diritti dei bambini, per esempio per garantire l'accesso a un'educazione equa", prosegue Paruzzolo. "Oltre a poter frequentare effettivamente una scuola, bisogna verificare la sostenibilità delle spese per materiali e trasporto, se in classe e a casa bambine e bambini vivono in un ambiente sicuro o che i fondi per il loro sostegno non debbano essere investiti in altre necessità primarie".
C'è comunque un fattore che sorprende, secondo la stessa Paruzzolo: coinvolgere i bambini nelle azioni degli adulti per proteggerli e sostenerli. Sono proprio le bambine e i bambini a essere estremamente consapevoli e ben focalizzati su quali siano i problemi fondamentali e i diritti che vogliono vedere tutelati.