
Valentina, che non ha mai smesso di mettere insieme i propri pezzettini
Nella costruzione della propria carriera professionale capita di voler ripartire da zero. Se ne sente la necessità. Ci si vuole riposizionare e, allora, può essere utile un momento di rottura, di discontinuità rispetto ai ruoli lavorativi assunti fino a quel momento. A maggior ragione se si sta valutando in cuor proprio d’intraprendere un percorso da imprenditrice e fondare la propria startup. “Creare la propria azienda è un percorso lungo, sicuramente più articolato di quello che credevo io. Per questo, penso sia fondamentale definire in anticipo e con molta chiarezza cosa si vuole fare e dove si vuole arrivare. A me sono serviti sei mesi solo per comprendere a fondo questo”, testimonia Valentina Cerolini, co-founder e ceo di Deesup, marketplace avviato nel 2018 e specializzato in arredamento di seconda mano con un modello basato sull’economia circolare. “Fondare una startup è un’esperienza che induce a modificare anche gli aspetti più consolidati della propria personalità professionale. Il mio consiglio è mantenere sempre un alto livello di flessibilità, che diventa una competenza chiave, preziosa per riuscire ad adattarsi alle dinamiche di ogni mercato, potendone così cogliere tutte le opportunità”.
Del resto, il cammino di consapevolezza e flessibilità, Cerolini l’ha interiorizzato lungo diverse tappe della sua vita fino al momento finale in cui è emerso quello spirito imprenditoriale che dice di aver sempre avuto dentro di sé, anche se magari latente, e che oggi la porta a seguire “quella strada con la spinta a costruire qualcosa di mio” grazie a Deesup e al suo co-founder Daniele Ena, che è anche suo marito e alumnus Bocconi (conosciuto infatti sui banchi di studio). Com’è lavorare col proprio marito? “Bello, un’avventura unica. Mi sento fortunata, sappiamo separare la dimensione privata da quella lavorativa, abbiamo una visione comune”.
Il cammino professionale di Cerolini, dopo la laurea quadriennale in Economia aziendale all’università Bocconi, la porta subito a New York alla Italy-America Chamber of commerce dove l’alumna coglie la propria attitudine internazionale. Non a caso, successivamente, continua a lavorare all’estero, nel banking a Londra e poi nel private equity sempre nella capitale Uk. “Ho voluto testarmi nel settore bancario ma ho ascoltato me stessa e, dopo aver cambiato, ho capito che l’esperienza nel private equity mi stimolava di più. Ero il trait d’union tra il fondo e l’investimento, perciò seguivo da vicino la definizione delle strategie aziendali della corporate”, rilancia Cerolini. “Una formazione che mi ha insegnato a entrare nell’ottica degli investitori e che è stata molto utile quando poi mi sono trovata a dover gestire dinamiche di fundraising con Deesup”. Ma prima di creare il marketplace dedicato all’arredamento usato, per la futura imprenditrice, c’è stato per l’appunto il suo momento di svolta: “era il 2008 e a Londra stava scoppiando la crisi finanziaria. Io avevo già deciso di cambiare e, in quel contesto di incertezza, era arrivato il momento del mio MBA, come ho effettivamente poi fatto alla IE Business School”, ricorda Cerolini. “È stato il mio momento di rottura perché sentivo che, dopo i nuovi studi, avrei voluto rientrare nel mondo del lavoro con un ruolo manageriale in ambito corporate. Così è stato e, forse, non è stato un caso che l’abbia trovato nuovamente all’estero. Questa volta sono ripartita da Bruxelles”.
Tuttavia, anche in Belgio, la manager non ha smesso di “mettere insieme i suoi pezzettini” ed è così che è arrivata a sentirsi pronta professionalmente, e personalmente, a diventare imprenditrice. “Un periodo di adattamento al nuovo ruolo durato qualche mese prima di intraprendere il viaggio con Deesup. Anche oggi posso dire che continuo a diventare imprenditrice ogni giorno”, chiosa Cerolini. “Lo spunto a ideare Deesup? L’acquisto di casa mia. Volevo cambiare elementi di arredo ma vendendoli e acquistandoli con facilità”.
