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Eleonora Giorgi, marciatrice e alumna Bocconi, disputerà a Parigi i suoi quarti Giochi Olimpici. Ma non pensa al ritiro e mette Los Angeles nel mirino

Se sei un giovane alle prime armi in uno sport agonistico, il tuo sogno quasi certamente sarà partecipare, un giorno, alle Olimpiadi. Funziona così nella maggior parte delle discipline. Ma il sogno purtroppo si concretizza raramente, perché per prendere parte alla massima rassegna sportiva mondiale bisogna davvero raggiungere i vertici. Eppure… c’è anche chi a Parigi sarà alla sua quarta Olimpiade. È il caso di Eleonora Giorgi, 35 anni da compiere, marciatrice medaglia di bronzo ai Campionati Mondiali di Doha nel 2019, laurea triennale in Bocconi in Economia aziendale e management e magistrale in Economia e management delle amministrazioni pubbliche. Un’avventura iniziata a Londra e che si concluderà (ma non è detto…) a Parigi, passando per Rio de Janeiro e Tokyo, in un ideale giro del mondo che le ha riservato gioie e qualche dolore.

Definiamo con qualche parola ognuna delle Olimpiadi a cui hai partecipato, compresa la prossima. Cominciamo da Londra, nel 2012.

Questa Olimpiade la definisco inaspettata, addirittura sognata. Fino all’anno prima vedevo le atlete in televisione e adesso mi trovavo lì con loro. Il sogno di bambina che si realizzava prima di quanto avessi previsto.

Poi c’è Rio de Janeiro, nel 2016…

Questi sono stati i Giochi della consapevolezza. Venivo da grandi risultati, avevo stabilito numerosi record italiani e conoscevo il mio valore. Ero un’atleta in crescita. Purtroppo però il risultato non è stato quello che avrei voluto.

Nel 2020, anzi nel 2021 per i motivi che tutti conosciamo, arriva Tokyo.

Un’Olimpiade per certi versi surreale, eravamo tutti blindati, un’atmosfera davvero strana. Per me sono state Olimpiadi molto sofferte dal punto di vista fisico, perché arrivavo da un brutto infortunio, ma anche mentale, per la situazione in cui tutti ci trovavamo.

E adesso si torna in Europa, dove tutto è cominciato…

Queste sono le mie prime Olimpiadi da mamma, come prima cosa. E poi sono quelle dell’esperienza, nelle quali cercherò di mettere a frutto quanto di positivo e di negativo ho appreso in quelle precedenti. Ma sono anche, almeno lo spero, le Olimpiadi della rinascita.

Poco dopo la fine dei Giochi di Parigi compirai 35 anni, un’età in cui gli atleti o non gareggiano più o sono vicini al ritiro. Tu che cosa farai? E, soprattutto, questa sarà la tua ultima Olimpiade o Los Angeles 2028 è nei tuoi pensieri?

Di sicuro vorrei continuare fino all'anno prossimo, perché ci sono i Mondiali a Tokyo, dove dovrebbe tornare la 35 km, una gara che mi si addice più dei 20 km della gara olimpica. Poi non ho certezze, perché quattro anni sono un periodo lungo e possono accadere molte cose. Non nego però che l’obiettivo di una quinta Olimpiade sia molto stimolante.

Parigi è una città speciale, con le sue bellezze conosciute in tutto il mondo. Che percorso sarà?

Sarà un percorso nel centro della città, molto vicino alla tour Eiffel. Un percorso affascinante che mentre gareggi non puoi non ammirare. E poi Parigi è una città per me speciale perché quando mi sono laureata il mio compagno Matteo (Giupponi, anche lui marciatore, bronzo europeo) mi ha regalato un viaggio proprio nella capitale francese. Ci torno volentieri anche per questo.

Federico Vismara, anche lui alumno Bocconi e schermidore, a Parigi disputerà i suoi primi Giochi. Che consigli ti senti di dargli?

Dai il massimo ma soprattutto divertiti e vivi il villaggio olimpico in tutto quello che può darti. Rispetto a Mondiali, Europei e altre competizioni di vertice è proprio la vicinanza e la condivisione con atleti di tantissime discipline a rendere le Olimpiadi un’avventura speciale.

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