La collaborazione aumenta, anche da parte dei governi
La cooperazione internazionale vive un momento di trasformazione in cui gli ambienti di lavoro diventano meno verticali, meno dirigistici, più aperti alla collaborazione e più agili nei processi, soprattutto dopo che la pandemia ha aumentato la necessità di alcuni interventi. Anche le nuove tecnologie dispiegano i loro effetti, per esempio facilitando il contributo di differenti soggetti alla creazione di un progetto. Secondo Noemi Dalmonte, Deputy Representative at United Nations Population Fund (UNFPA), Camerun, l'agenzia dell'Onu specializzata in diritti sessuali e riproduttivi, i cambiamenti in atto coinvolgono tutti i principali attori della cooperazione. Succede all'interno delle Nazioni Unite come tra le ong, grazie a una crescente partecipazione di queste ultime nella pianificazione dal basso. Inoltre, "molti governi nazionali mostrano più flessibilità e meno burocratizzazione. Accolgono le richieste di maggior trasparenza e le domande di contribuire proporzionalmente ai progetti", afferma l'alumna SDA Bocconi con un Executive Master in Management of International Organizations (EMMIO).
Tra gli strumenti sempre più utilizzati ci sono gli studi economici che confermano quanto i governi possono risparmiare investendo contro matrimoni forzati, gravidanze precoci o mortalità materna. Ambito, quest'ultimo, in cui il Camerun è sceso a quota 4.600 donne morte per parto, l'anno, dalle 7.820 del 2011. "Prima durante e dopo il parto, molte donne vengono assistite ora in strutture sanitarie da personale qualificato", chiosa Dalmonte. "Considerando tutti i vari centri di sostegno, possono seguire poi corsi di educazione sessuale, ricevere baby box per la cura del neonato e seguire momenti di formazione".