Jelena, Nole e i bambini
Laureata in Bocconi nel 2008 in Economia aziendale, Jelena Ristic, 30 anni, che ha sposato nel 2014 il numero 1 del tennis mondiale, Novak Djokovic, siede oggi nel board della Fondazione istituita nel 2012 dal campione serbo per aiutare i bambini disagiati soprattutto nel campo dell'istruzione. Il 21 e 22 settembre, a Milano, un evento tennistico con, oltre a Djokovic, Nadal, Serena Williams, Pennetta e Fognini con lo scopo di raccogliere fondi.
Di che cosa si occupa esattamente la Fondazione e in questo momento quali sono i progetti più importanti?
La missione della Novak Djokovic Foundation è consentire ai bambini parità di accesso ai servizi prescolari, perché possano giocare, crescere, socializzare e diventare cittadini responsabili. Attualmente in Serbia un bambino su due non ha accesso ai servizi prescolari e conoscendo l'importanza di investire in formazione e sviluppo nella prima infanzia, dedichiamo tutti i nostri sforzi al cambiamento di questa dura realtà. I nostri grandi programmi al momento sono Schools of Life (per la costituzione di programmi ECE e scuole nella Serbia rurale), Mind Up Program (formazione dei docenti per insegnare ai bambini come affrontare i problemi sociali ed emotivi così che possano acquisire un approccio consapevole alla vita), Teacher Trainings (attraverso una serie di seminari, portiamo gli insegnanti al passo con le ultime novità nella didattica per la prima infanzia, garantendo che i programmi ECE di alta qualità siano implementati nelle scuole), Friendship Games (campi di una settimana per i bambini di aree socialmente svantaggiate della Serbia, dove imparare a socializzare, giocare e lavorare in team).
Quando e perché è nata l'idea della Fondazione?
La Novak Djokovic Foundation è stata istituita nel 2012, ma l'idea di restituire al paese e ai bambini è nata molto prima. In realtà Novak, con l'aiuto dei suoi genitori, ha istituito il Novak Fund nel 2007 per aiutare le comunità svantaggiate della Serbia attraverso varie iniziative. Così, nel 2012, ha preso la decisione di cambiare missione e la sua attenzione si è diretta ai bambini dai 3 ai 6 anni e alla loro formazione. L'area a cui intendiamo contribuire non è il percorso che molte ONG avrebbero scelto di seguire perché ci vogliono anni per vedere i risultati. Tuttavia, sapendo quanto le cure e il sostegno durante l'infanzia siano stati cruciali per diventare quello che siamo oggi, Novak e io continuiamo a credere che ogni bambino possa diventare un campione dei suoi sogni se riceve la giusta cura, supporto e formazione.
Qual è il tuo ruolo nella Fondazione? Di che cosa ti occupi in prima persona?
Io sono co-fondatrice, direttore nazionale in Serbia, un membro del Consiglio delle controllate inglese e statunitense. Sono coinvolta nel processo decisionale strategico della Fondazione e nella comunicazione con i donatori.
Quanti soldi sono destinati ai progetti della Fondazione ogni anno? Avete o cercate partner per le vostre iniziative?
Dal 2012 in poi l'importo è stato ampliato ogni anno, a mano a mano che la nostra squadra diventava più efficiente e in grado di affrontare sempre più problemi nella nostra società. Fino ad oggi, la Fondazione ha speso circa 3 milioni di euro per progetti. Il 100% delle donazioni che abbiamo ricevuto è andato direttamente ai programmi e all'utente finale: il bambino. Novak e io copriamo i costi amministrativi avendo un endowment che speriamo farà in modo che la Fondazione continui a funzionare e aiutare molti bambini per gli anni a venire. Per far crescere il fondo, continuiamo a cercare sostenitori e individui che la pensino come noi, che vogliano impegnarsi per rendere il mondo un posto migliore, investendo in programmi di formazione e sviluppo della prima infanzia.
Le competenze acquisite all'università, in particolare in Bocconi, si sono rivelate utili nel lavoro per la Fondazione?
Quando ho iniziato a studiare in Bocconi, sono diventata ufficialmente adulta. Ho lasciato la mia famiglia e sono diventata parte di una macchina molto complessa, che produce i migliori uomini d'affari e imprenditori di tutto il mondo. Ho iniziato a fare piccoli passi, come un bambino, e ho sviluppato capacità molto utili, che utilizzo con orgoglio in ogni aspetto della mia vita. Ero e sono tuttora molto grata per la borsa di studio che ho ricevuto dall'università. Senza di essa, non sarei mai stata in grado di frequentare un'università all'estero. Ripensare a questo tipo di opportunità mi spinge a essere ancora più responsabile e grata. Così, ho lavorato duro, ho imparato a organizzare meglio il mio tempo, ho imparato a darmi delle priorità per riuscire a rispettare le scadenze e, infine, ho imparato a fare ricerca e ad essere parte di una squadra. Nel mio lavoro di oggi, sento che sto applicando tutto quello che ho imparato, ogni giorno. Sono entusiasta di essere in grado di investire nella formazione, perché so che è un trampolino di lancio per il futuro dei bambini e dell'economia.
C'è un progetto realizzato, di cui sei particolarmente orgogliosa e un altro che vuoi realizzare in futuro?
Sono orgogliosa di ogni progetto realizzato perché tutti cercano di affrontare i problemi alla radice. Abbiamo molti grandi progetti, alcuni dei quali - Schools of Life, Family Outreach Worker, Teacher Trainings, Mind Up Program - sono più sistematici in natura, e altri, come Friendship Games, Sports Day, tendono a concentrarsi sulla sensibilizzazione ai problemi nella nostra società.
Uno dei progetti che mira alla sensibilizzazione e, così facendo, sta anche cercando di cambiare gli atteggiamenti, è il magazine studentesco Original. La rivista è stata lanciata con l'idea di combattere la tendenza che studenti e giovani si concentrino sugli aspetti negativi che ci circondano e di dare, invece, buoni esempi che li motivino, aiutarli a crescere e diventare i leader di domani. Raccontando storie capaci di ispirare da tutto il mondo, ma anche dalla porta accanto, cerchiamo di aiutare i giovani a prendere il controllo delle loro vite e trovare la loro formula di successo seguendo i giusti valori. Il progetto è un viaggio meraviglioso verso il mondo come potrebbe essere e abbiamo già un sacco di feedback positivi. La rivista è una sorta di sveglia alla società, ci dice che abbiamo bisogno di svegliarci e scuoterci se vogliamo farcela. Se non investiamo oggi nella crescita di nuovi leader, come possiamo aspettarci che, un domani, riescano a guidare la nostra società al successo?