'Italia e Spagna: Destini paralleli?' L'analisi di un osservatore d'eccezione
Italia e Spagna: Destini paralleli?: questo il titolo dell'e-book da poco pubblicato online dall'economista italo-spagnolo che guida la delegazione dell'Unione Europea in El Salvador. L'insopportabile leggerezza dell'essere latini nel mondo globalizzato, si legge sulla copertina del saggio, che analizza dal punto di vista privilegiato di un italiano molto legato alla Spagna analogie e differenze tra le crisi italiana e spagnola.
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Stefano Gatto guida la delegazione UE in El Salvador |
Stefano Gatto è nato a Torino nel 1962 e si è laureato in Bocconi in Economia politica, con specializzazione in Economia internazionale, con il professor Carlo Secchi. "La mia carriera è iniziata a Madrid, nel settore privato", ricorda Stefano. "In Spagna mi aveva portato, alla fine degli anni Ottanta, il programma PIM della Bocconi, un predecessore del progetto Erasmus, grazie al quale studiai un semestre alla Esade Business School". "La carriera diplomatica però era la mia vera aspirazione", ricorda Stefano, che nel 1991, dopo un master in Relazioni internazionali, vince il concorso della Commissione Europea e si trasferisce a Bruxelles, dove si occupa di relazioni estere dell'UE, assumendo il ruolo di consigliere economico della Commissione Europea in Brasile (1998-2002) e in India (2002-2006): "Il mio principale obiettivo in quegli anni fu di richiamare l'attenzione dell'Europa sulla sfida e le opportunità che presentavano quelli che sarebbero poi divenuti i paesi emergenti", spiega Stefano. Nel 2006 diventa il responsabile delle missioni d'osservazione elettorale dell'UE, seguendo in prima persona le elezioni in paesi come il Venezuela, l'Angola, la Costa d'Avorio e l'Afghanistan. Dal 2009 è capo delegazione UE in El Salvador, dove "i temi più rilevanti sono la cooperazione e la sicurezza, questione impellente in una regione che è la più violenta del mondo", spiega Stefano.
Stefano si definisce completamente biculturale: "Non convivono in me solo l'identità italiana e quella spagnola, ma anche un'identificazione totale con l'Europa e un legame di profondo affetto con l'America Latina, nella quale è trascorsa una parte significativa della mia vita", spiega. Da poche settimane ha pubblicato per il sito web Lo Spazio della Politica un e-book che analizza le crisi economiche di Spagna e Italia in maniera sinottica "perché negli ultimi tempi si sono fatte in proposito troppe semplificazioni", spiega: "Ritengo di avere un punto di osservazione privilegiato non solo sui punti di convergenza tra le due situazioni, ma anche su quelle differenze che è utile approfondire". "La Spagna", spiega l'autore, "ha saputo approfittare meglio dell'Italia della sua collocazione europea e dei relativi fondi, ma ha commesso l'errore di trasformarsi esclusivamente in un'economia di servizi". "Il punto di forza dell'Italia, che invece è meno esposta alla congiuntura finanziaria internazionale, è l'esistenza di una base produttiva da cui ripartire", prosegue l'analisi, "ma ciò sarà possibile solo nel momento in cui riesca finalmente a riformare un sistema di rappresentanza politica del tutto inadeguato", conclude l'autore.
Che cosa auspica dunque per il futuro dell'Italia? "Il governo Monti", afferma Stefano, "ha avuto un'enorme importanza in termini di rinnovata credibilità dell'Italia nel mondo, ma le riforme per rendere il nostro paese di nuovo competitivo dovranno continuare". Farebbe ritorno in patria? "Mi piacerebbe tornare, in un ruolo che mi permettesse di contribuire all'internazionalizzazione della società italiana, nella quale vedo atteggiamenti irrealistici di rifiuto della globalizzazione", dice. "Tuttavia non credo sia una prospettiva probabile, almeno nel futuro prossimo: quest'estate dovrei passare su un'altra destinazione, che conoscerò a primavera inoltrata".
In un volume che mette a confronto Italia e Spagna non poteva mancare la postfazione calcistica: "Italiani e spagnoli non potranno mai essere d'accordo quando si parla di calcio", sostiene l'autore, "perché lo vedono da angolazioni diverse". "L'italiano è più legato al risultato, senza particolari considerazioni estetiche, lo spagnolo invece al fraseggio, anche a scapito del risultato", afferma Stefano, juventino in patria e tifoso del Barcellona in Spagna: "Vedere giocare il Barça è sempre una delizia", dice, "anche le (pochissime) volte che perde".