Istituzioni imparziali possono agevolare le donne a riuscire
In tutto il mondo, le donne hanno meno probabilità degli uomini di diventare imprenditori. Inoltre, le imprenditrici tendono a raggrupparsi in settori con rendimenti più bassi e a prevalenza femminile. Le donne rischiano di essere danneggiate nei settori a prevalenza maschile e quindi si autolimitano per lavorare con altre donne? Alexia Delfino (LEAP, Bocconi Laboratory for Effective Anti-poverty Policies), insieme a Nava Ashraf (London School of Economics) e Edward Glaeser (Harvard University) hanno vinto un Exploratory Research Grant nell'ambito del programma Private Enterprise Development in Low-Income Countries (PEDL) per il loro progetto intitolato Female Entrepreneurship and Trust in the Market.
Il progetto era stato descritto per la prima volta in un working paper del 2019 degli stessi autori. L'articolo sostiene che le donne sono più disposte ad avviare un'attività imprenditoriale quando dispongono sia di una protezione legale formale che di un potere di contrattazione informale e propone un modello teorico di imprenditorialità che prevede che le imprese femminili interagiscano con gli uomini solo quando le autorità esterne applicano i contratti in modo equo e quando le norme sociali conferiscono alle donne il potere di contrattare. Il ragionamento è semplice: il commercio richiede fiducia, ma la fiducia è difficile quando un gruppo (tipicamente le donne) teme costantemente l'espropriazione da parte di un altro (tipicamente gli uomini). Se gli uomini hanno un vantaggio comparativo nella violenza e lo stato di diritto è debole, la disparità di potere contrattuale può portare le donne a ritirarsi in settori a basso rendimento o a rinunciare del tutto all'imprenditorialità.
L'esperimento presentato nell'articolo, condotto a Lusaka (Zambia), prevedeva un gioco di simulazione in cui alcuni piccoli imprenditori avevano la possibilità di investire in un'opportunità congiunta e gli veniva offerto - in modo casuale - un accesso neutrale rispetto al genere a un'istituzione che vigilasse sull'esecuzione dei contratti. Questa protezione istituzionale era fornita sia da un'autorità formale, la Small Claims Court, sia da una più informale, il cosiddetto "Market Chief" - due istituzioni effettivamente esistenti. I risultati suggeriscono che la protezione offerta dal Market Chief avvantaggia in modo sproporzionato le donne. Secondo l'interpretazione del modello, quando le donne hanno accesso a un sostegno istituzionale, e questo sostegno è considerato imparziale nei confronti delle donne, la paura di essere danneggiate si riduce o scompare. Inoltre, i maggiori investimenti delle donne si traducono in una crescita economica, con conseguenze positive sia per le donne che per gli uomini.
Il progetto attuale intende ampliare i risultati del working paper allo scopo di fornire ulteriori dati sugli effetti dell'espropriazione di genere e su come mitigarli. Più precisamente, gli autori cercano prove sul campo del fatto che le asimmetrie di potere tra uomini e donne scoraggiano le imprenditrici dall'impegnarsi in opportunità potenzialmente redditizie che richiedono la collaborazione con gli uomini, e mirano a confrontare l'effetto sui risultati economici dell'avere accesso a un'istituzione potenzialmente prevenuta nei confronti delle donne rispetto a un'altra che non distingue in base al genere (e quindi non può essere prevenuta nel giudizio).
Ciò comporterà indagini sperimentali più realistiche che coinvolgeranno un numero maggiore di veri piccoli imprenditori a Lusaka. L'obiettivo è verificare i diversi canali attraverso i quali il supporto istituzionale locale offerto dai Market Chiefs può aiutare in modo più che proporzionale le donne a sfruttare le opportunità di collegamento con altre imprese.
"Questi risultati di ricerca sono fondamentali perché le indicazioni politiche dipendono dal modo in cui le istituzioni influenzano i risultati delle donne, nonché dalla consapevolezza da parte delle donne delle opzioni di supporto istituzionale che hanno," afferma Alexia Delfino. "I nostri dati genereranno importanti indicazioni su possibili riforme istituzionali, ma anche su come le politiche di sviluppo possano promuovere la crescita delle imprese. In contesti caratterizzati da asimmetrie di potere tra uomini e donne, le scelte politiche non dovrebbero trascurare l'importanza dell'ambiente normativo in cui le donne operano."
Il programma PEDL è coordinato dal Centre for Economic Policy Research in collaborazione con UKaid, l'agenzia del governo britannico per gli aiuti internazionali.