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Inclusione, un impegno per tutta la comunita'

, di Davide Ripamonti
Paola Profeta, prorettrice per la Diversita', Inclusione e Sostenibilita' dell'Universita' Bocconi, spiega quali sono le misure messe in campo per far sentire tutti parte della stessa Community, quella bocconiana. Senza discriminazioni. E presenta l'Inclusion week

L'Università Bocconi, attraverso Vision 2030, il documento programmatico dell'Ateneo per il prossimo decennio, si impegna a costruire un'università basata sui valori della diversità, dell'inclusione e delle pari opportunità, come ha ribadito il rettore Francesco Billari il 21 ottobre nel discorso di inaugurazione del nuovo Anno accademico. Un obiettivo in cui ogni sforzo è finalizzato a garantire che tutto il corpo studentesco, i docenti e lo staff dell'Università abbiano le stesse possibilità di crescita e di sviluppo, indipendentemente dalla dimensione che esprime una diversità che sia l'identità di genere, la religione, la nazione di provenienza, l'etnia, la condizione socio-economica, l'orientamento sessuale, la disabilità o esigenze legate alla salute mentale o ad altri bisogni specifici. Un impegno quindi che coinvolge tutte le componenti dell'Università, e che trova la propria sintesi in Paola Profeta, professoressa ordinaria presso il Dipartimento di Scienze sociali e politiche e prorettrice per la Diversità, Inclusione e Sostenibilità.

Partiamo dall'Inclusion Week, in programma dal 10 al 17 novembre, che rappresenta la sintesi di questo impegno e che ha una forte valenza simbolica.
Certamente, ma non solo. La Inclusion Week nasce anche con lo scopo di aumentare la consapevolezza e la conoscenza delle iniziative in tema di inclusione all'interno della nostra Università. Sarà possibile ascoltare i relatori dei vari appuntamenti in programma ma anche fare esperienze in prima persona.

Il termine inclusione è generico. Quali sono le traiettorie in cui si dipana il suo lavoro?
Sono molteplici. Una, per esempio, è quella del multiculturalismo. Abbiamo tra gli obiettivi quello di avere il 30% di studenti stranieri, risultato che ancora non è stato completamente raggiunto ma sul quale stiamo lavorando in due modi: da un lato, attraverso la didattica, aumentando sempre più i corsi in lingua inglese, dall'altro con iniziative specifiche per esempio per gli studenti rifugiati o migranti, con diverse forme di sostegno. Parallelamente aumentano sempre più anche i docenti e i membri dello staff di nazionalità non italiana.

C'è poi la tematica delle disabilità, che possono essere fisiche o mentali.
L'impegno di Bocconi è volto ad aumentare le misure compensative a favore degli studenti con disabilità, ma non solo per quanto riguarda il percorso di studi, ma anche successivamente quando approdano nel mondo del lavoro, attraverso i nostri contatti con le aziende. Una problematica a cui teniamo molto è quella che riguarda la salute mentale, con richieste di aiuto che sono aumentate enormemente dopo il Covid. Abbiamo creato un servizio di counseling per dare supporto a chi manifesti disagio e nello stesso tempo cerchiamo di monitorare lo stato di benessere mentale dei nostri studenti, per intervenire prontamente ai primi segnali di disagio. Ovviamente si può fare di più e stiamo pensando a molteplici iniziative che ancora mancano sul tema.

Il tema inclusione è diventato centrale ed è davvero "a tutto campo". Gli studenti vi entrano in contatto fin dall'inizio...
Sì, sia ai Welcome Days sia agli Open Days, per citare due eventi annuali tra i più significativi che si svolgono in Bocconi, affrontiamo queste tematiche anche grazie al coinvolgimento degli studenti ambassador che testimoniano quanto sia importante per l'Università sviluppare un clima inclusivo e aperto a tutti. Il progetto "A scuola di inclusione", per esempio, rivolto agli studenti delle scuole superiori, rientra nelle nostre iniziative in questa direzione.

L'inclusione però, come ha ricordato prima, non riguarda solo gli studenti ma tutta la comunità. Quali sono le iniziative in questo senso?
Per prima cosa abbiamo creato delle linee guida di linguaggio, ci stiamo cioè preoccupando di parlare, comunicare, scrivere e redigere documenti secondo un linguaggio inclusivo che non sia discriminatorio nei confronti di nessuna delle dimensioni di cui abbiamo detto. Vi è poi la questione del teaching, per la quale abbiamo approntato un corso rivolto a tutti i docenti per spiegare loro come essere inclusivi quando si fa lezione. Sono iniziative che seguono, per esempio, il lavoro fatto per rendere i documenti digitali accessibili o per facilitare i percorsi di Carriera alias. L'inclusione si fa attraverso la pratica quotidiana rendendo ogni dimensione del nostro campus realmente accessibile a tutti ed eliminando le diverse barriere, architettoniche, culturali o di percezione. C'è ancora molto da fare, ma il nostro impegno è continuo e costante.

Link alla inclusion weekIl corso del BUILT sull'inclusioneLe iniziative dell'Inclusion service sulla disabilitàA scuola di inclusione, l'iniziativa di Bocconi e Repubblica dedicata agli studenti delle superiori