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Il volo di Luciana parte dalla Basilicata

, di Davide Ripamonti
Luciana De Fino ha fondato un'azienda che produce droni e per farlo ha scelto la sua regione d'origine. Dove non mancano i problemi ma nemmeno le opportunita'

Una passione per la tecnologia e per le sfide. Per Luciana De Fino, 32 anni, laureata in economia aziendale alla Bocconi, non può che intendersi così la decisione di avviare una nuova attività in un momento poco propizio, come quello attuale, e in una regione, la Basilicata, nella quale, per usare le sue parole, "ci sono problemi infrastrutturali, manca per esempio un aeroporto, e abbiamo anche difficoltà con la banda larga". Eppure la prospettiva di trasformare le difficoltà in opportunità è troppo allettante e Luciana De Fino ha fondato AirDrone, azienda che produce droni.

Una nuova avventura per lei, che riveste anche la carica di direttore generale della Spix, l'azienda di famiglia, specializzata nella gestione di beni culturali e documentali : "La meraviglia della tecnologia che è alla base dei droni", spiega Luciana De Fino, "è che ha implicazioni infinite: trasporto di cose, funzioni ludiche, operazioni di soccorso, monitoraggio ambientale, applicazioni in campo militare e della sicurezza, in quello medico e altre ancora ma, soprattutto, si tratta di un settore ancora relativamente nuovo con ampi margini di crescita". Luciana De Fino, che è fondatore e Presidente dell'Associazione Italiana Droni e vicepresidente del comitato nazionale di coordinamento territoriale servizi innovativi e tecnologici di Confindustria, sa che i Droni avranno un impatto di vasta portata in un contesto non solo italiano: "Tali sistemi non soltanto ridurranno i costi consentendo operazioni più efficienti in vari settori, ma creeranno anche opportunità per le imprese europee di sviluppare tecnologie alimentando questa rivoluzione. Dobbiamo assicurarci che anche le piccole imprese beneficeranno del decollo di questo settore senza compromettere sicurezza e qualità. Attualmente in Europa ci sono circa 400 progetti in questo campo, quasi tutti ad opera di piccole e medie imprese, ci troviamo a misurarci con una concorrenza internazionale ad alto potenziale sinergico". Contesto non facile, nel quale, spiega ancora l'imprenditrice, "l'autoimprenditorialità è quasi una necessità che per me è un'appassionante avventura, nonostante le rigidità del sistema finanziario e del contesto normativo".

Il rientro nell'azienda di famiglia è stata in un certo senso una decisione coraggiosa, perché le opportunità di fare carriera altrove, in Italia e anche al di fuori, non le sono mancate: "Ho conseguito un diploma negli Stati Uniti, a Portland, poi un altro in Italia prima di decidere di trasferirmi a Milano per frequentare la Bocconi". Una esperienza di stage in Prysmian, una dopo la laurea in Price Waterhouse, l'appassionante mondo della consulenza, "un ambito sfidante, che ha contribuito a darmi sicurezza per i miei passi futuri". Una sicurezza che l'ha incoraggiata nella decisione di diventare imprenditrice ma anche esempio per altri giovani come lei: "Sono convinta che anche qui si possa fare impresa, creare sviluppo e occupazione. Ci sono limiti ma anche grandissime possibilità. Questa è l'economia delle idee...".