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Il buono dell'aggregazione

, di Gianmarco Ottaviano - cattedra Achille e Giulia Boroli in studi europei
La imprese superstar, che controllano cioe' la gran parte delle quote di mercato, si aggiudicano nuove quote al crescere della domanda nei mercati di esportazione generando cosi' un impatto positivo sulla produttivita'. Come dimostra uno studio sulle imprese multiprodotto francesi

La crescente disuguaglianza di reddito tra le persone ha assunto una posizione centrale nel dibattito pubblico sugli effetti della globalizzazione. Alcuni osservatori hanno evidenziato un'evoluzione parallela per quanto riguarda le imprese in termini di un aumento della concentrazione delle quote di mercato controllate da un piccolo gruppo di grandi imprese "superstar". In uno studio con Thierry Mayer (Sciences Po) e Marc Melitz (Harvard), intitolato Product mix and firm productivity responses to trade competition e recentemente pubblicato nella Review of Economics and Statistics della Harvard Kennedy School, spieghiamo come l'aumento della concentrazione delle quote di mercato possa derivare non solo da cambiamenti nei regimi di concorrenza (legati, per esempio, alle politiche antitrust), ma anche dalla crescita della domanda associata con l'accesso a mercati di esportazione nuovi o in crescita. In questo secondo caso, l'aumento della concentrazione delle quote di mercato può anche avere un impatto positivo sulla produttività aggregata.

Per mettere in luce questo meccanismo, lo studio analizza come le imprese multiprodotto francesi rispondano alle variazioni della domanda nei loro mercati di esportazione rivedendo il numero e le quantità offerte dei loro prodotti, e come tale revisione generi una riallocazione virtuosa dei loro fattori produttivi da linee di prodotti meno competitive a linee di prodotto più competitive, aumentando in questo modo la produttività aziendale. Misurare questi effetti all'interno delle imprese multiprodotto piuttosto che a livello di industria presenta diversi vantaggi. In primo luogo, le variazioni della domanda settoriale non dipendono dalle azioni delle singole imprese e possono quindi essere identificati molto più facilmente che a un livello di aggregazione più elevato. In secondo luogo, è possibile tenere conto di eventuali cambiamenti tecnologici e organizzativi a livello della singola impresa. In terzo luogo, le riallocazioni possono essere misurate per uno stesso insieme di prodotti, strettamente definiti e venduti dalla stessa impresa nei vari mercati di esportazione e in periodi diversi. In quarto luogo, è probabile che gli ostacoli alla riallocazione siano sostanzialmente più elevati tra imprese diverse che tra le linee di prodotti della stessa impresa. Infine, le imprese multiprodotto dominano sia la produzione sia i flussi commerciali mondiali.

Lo studio trova una conferma empirica molto forte del legame tra variazioni della domanda nei mercati di esportazione, riallocazioni di fattori produttivi tra linee di prodotti e produttività delle imprese multiprodotto francesi. Mostra anche che questi effetti hanno implicazioni importanti per la produttività aggregata francese: tra il 1995 e il 2005 le variazioni della domanda nei mercati di esportazione della Francia hanno portato ad un aumento medio annuo dell'1 percento della produttività manifatturiera cisalpina.

Questi risultati arricchiscono quanto già noto sugli effetti del commercio internazionale sulla produttività delle imprese attraverso la riallocazione dei fattori produttivi. In un precedente articolo, intitolato Market Size, Competition, and the Product Mix of Exporters e pubblicato dall'American Economic Review nel 2014, con gli stessi tre autori avevamo mostrato che le imprese multiprodotto francesi tendono ad offrire solo i loro prodotti migliori nei mercati di esportazione più "difficili", cioè quelli dove la concorrenza delle imprese degli altri paesi è più intensa. Un comportamento simile è stato riscontrato anche per le imprese di Canada, Messico e Stati Uniti nelle analisi delle conseguenze degli accordi di liberalizzazione del commercio internazionale nordamericano, in particolare in relazione al North American Free Trade Agreement (NAFTA) e più recentemente al Canada–United States Free Trade Agreement (CUSFTA) voluto da Donald Trump durante la sua presidenza.