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Giuseppe Oliverio e il Museo della fotografia

, di Davide Ripamonti
Laureato Clefin, Giuseppe lascia presto il mondo della finanza e si lancia in un'iniziativa che vuole promuovere la fotografia artistica e i giovani talenti. Con un occhio al business

Un interesse per la fotografia che è diventato passione e, poi, anche business. Fotografia però di qualità, artistica, che proprio in un museo trova la sua giusta collocazione. Giuseppe Oliverio, 28enne bolognese laureato in economia degli intermediari finanziari nel 2007, ha lanciato un anno fa il Photographic Museum of Humanity, portale dedicato alla fotografia sul quale fotografi di ogni parte del mondo possono pubblicare le proprie opere. "A fare un lavoro 'normale' ci ho provato", scherza Giuseppe, "finita l'università e, dopo un master in finanza quantitativa a Londra, sono entrato in Price Waterhouse in un momento in cui, dopo il fallimento di Lehman Brothers, trovare lavoro nella finanza era quasi impossibile. Ci sono rimasto due anni ed è stata una bella esperienza, che mi ha aiutato molto a stringere relazioni".

Il sogno di avviare un'attività propria è rimasto nel cassetto per qualche anno, poi Giuseppe ha deciso di mettere in pratica la propria idea: valorizzare la fotografia. "Non ho fatto business model, piani dettagliati. Ho avuto l'idea e sono partito". Dopo una ricerca internazionale, Giuseppe Oliverio ha trovato a Buenos Aires un team di programmatori che ha lavorato sul progetto a tempo pieno e ora è nella capitale argentina che trascorre gran parte dell'anno, "8-10 mesi circa, una città molto bella e culturalmente vivace", racconta, "ideale per un'iniziativa di questo tipo". Sul portale, ricco di immagini di grande effetto, chiunque può accedere, visualizzare le immagini e lasciare commenti. Ma chi voglia invece pubblicare le proprie foto deve passare al vaglio del giudizio dello stesso Giuseppe e di due fotografi argentini che curano la parte editoriale del portale, Ignacio Colò e Aleandro Kirchuk, punte di diamante di un team di dieci persone del quale Giuseppe è amministratore delegato.

"E questo è ciò che ci distingue dai molti altri siti fotografici che si trovano nel web, il fatto che pubblichiamo solo immagini di buon livello tecnico e con contenuto artistico". Anche i fotografi possono registrarsi e pubblicare gratuitamente, una volta promossi. Il lato business arriverà fra qualche mese. "Il nostro Museo è stato presentato lo scorso luglio, a gennaio abbiamo messo online la prima mostra e in autunno presenteremo lo store, che sarà molto curato. Venderemo solo immagini di qualità e il fotografo dividerà il profitto con noi. Ma stiamo già lavorando per offrire altri servizi". L'attività promozionale è in pieno fermento, contando su una buona dose di fantasia e spirito imprenditoriale, in assenza di grandi budget. "Abbiamo preso un vecchio pullmino Volkswagen e siamo partiti per un tour in Sudamerica", racconta Giuseppe, "in particolare in Brasile e Bolivia, facendo conoscere il museo, girando video e scattando fotografie". Una campagna di marketing per certi versi rudimentale ma efficace, visti i numeri che Giuseppe può sfoderare: "Più di 300 mila visitatori unici nel primo anno e oltre 2 mila fotografi registrati. L'obiettivo? 9 milioni di visitatori e 80 mila fotografi registrati entro il 2017. Ma mai a scapito della qualità".