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Persone Serena Porcari

Essere CEO nel Terzo settore

, di Diana Cavalcoli
Serena Porcari, Ceo di Fondazione Dynamo Camp e di Dynamo Academy, racconta il suo passaggio dall’essere manager di una grande azienda all’esserlo al servizio della Venture Philantropy

“Quando ho deciso di andare a lavorare in una Fondazione d’impresa lasciando il mondo privato dove ero executive, in molti mi hanno detto: ‘Ma sei impazzita?’ In realtà non potevo fare scelta migliore.” Serena Porcari è CEO di Fondazione Dynamo Camp oltre che presidente e CEO di Dynamo Academy, impresa sociale specializzata nella progettazione di attività formative, esperienziali e di Corporate Social Responsibility (CSR). Il percorso che l’ha portata a lavorare nel Terzo Settore passa per una carriera costruita in consulenza e come manager.

Dice: “Dopo il liceo scientifico a Milano avevo fatto il test sia a Ingegneria Gestionale al Politecnico sia in Bocconi. Passate entrambe le selezioni ho scelto economia perché pensavo che mi permettesse di spaziare in più campi”. E così è stato. Da studentessa Porcari ha l’occasione di andare all’estero: alla Copenaghen Business School. “Di quel periodo ricordo la città, bellissima e dinamica, e gli esami, tutti rigorosamente scritti. A ogni sessione a controllare che noi studenti non copiassimo c’era un gruppo di anziani. Erano volontari che restavano con noi in aula ore e ore” aggiunge. Porcari si laurea in Economia Aziendale con una tesi sulle aziende danesi detenute da fondazioni. Potrebbe sembrare un segno del destino ma precisa: “Dico la verità, la scelta dell’argomento era legata più che altro alla mia esperienza all’estero, però di sicuro è stato un primo sguardo sul mondo non profit”.

Nella “fase uno” del suo percorso guarda alle esperienze nel mondo profit: in quest’ottica consegue il Master CEMS in International Management a Monaco di Baviera e diventa commercialista. Nel 1995 trova uno stage come analista in Innovest dove ha la possibilità di lavorare con la squadra di Vincenzo Manes che stava avviando il percorso da imprenditore. “Quell’esperienza sarà fondamentale anni dopo. Lì ho capito quanto nella vita le occasioni lavorative possano nascere dalle relazioni che ti costruisci più che dall’invio di un curriculum.” Porcari resta in contatto con i colleghi del tempo nonostante le strade si dividano. 

“Dopo lo stage ho avuto la possibilità di entrare in IBM che stava costruendo la struttura dei servizi.” Porcari si fa strada ed è capo di prima linea, con un team dedicato, a soli ventotto anni. “Ero tra i più giovani e una delle poche donne. Ricordo che uno dei superiori mi disse: ‘Mi raccomando, dica che ha almeno trent’anni’.” In IBM cresce negli anni al punto che le viene proposto di entrare nella squadra della direzione commerciale di un grande cliente, Fiat. “Mi chiesero di andare a Torino. Fu una scelta difficile perché allora mi ero appena sposata ed ero incinta. IBM mi diede massima libertà. Mi sono trasferita e sono tornata al lavoro dopo la gravidanza in tempi molto rapidi.” Una scelta dettata dalla volontà di far bene il proprio mestiere. “Le regole del gioco sono convinta siano dure a prescindere dal genere, così come la responsabilità di cambiarle cresce con il ruolo organizzativo.”

A cambiare la rotta è poi l’incontro con un’amica ed ex collega, Diva, che le racconta di come Manes stia cercando un AD per la sua fondazione. Dopo quasi un decennio trascorso in IBM Porcari decide di cambiare vita e di accettare la sfida professionale: nel 2004 è tra i pionieri di Fondazione Dynamo, dove porta ogni giorno le sue capacità da manager al servizio del Venture Philanthropy.