De Michelis (Marsilio): un business con piu' modelli, ma un solo standard
Legge quasi esclusivamente e-book, anche per una questione di praticità, ma è cresciuto con una biblioteca di circa 90mila volumi. Apprezza la metodologia di ragionamento di Noam Chomsky pur non condividendone il pensiero. Pratica triathlon, una fra le discipline più impegnative dal punto di vista dello sforzo fisico, e contemporaneamente si prodiga nel costruire profonde relazioni intellettuali con gli autori che edita. Una personalità eclettica e versatile, tipica di chi ha respirato cultura fin da bambino e ne ha imparato ad apprezzare le molte sfaccettature. È Luca De Michelis, laureato in Bocconi nel 1990, amministratore delegato di Marsilio Editori, la casa editrice fondata e gestita dal padre nel 1961 che nel 2016, dopo essere stata sotto il controllo di Rcs per 16 anni, è tornata di proprietà dalla famiglia De Michelis.
A che punto si trova l'editoria?
L'editoria italiana è da sempre costituita da un modello verticale che controlla l'intera filiera, dalla stampa dei libri alla vendita, con le librerie di proprietà. Oggi questo impianto risulta inefficiente e per certi versi rigido. La tecnologia, infatti, ha messo in discussione tutto il sistema, modificando il ruolo di chi controllava l'industria dei media, ma gli stessi device e la mobilità rappresentano gli strumenti che consentiranno di rivedere radicalmente tale modello: gli editori creeranno contenuti liquidi, non vincolati a un supporto, e i fruitori decideranno come farseli erogare. In sostanza, gli editori non dovranno più occuparsi del mezzo ma solamente di ciò che verrà divulgato attraverso i molti canali.
Quale sarà il canale di maggior successo?
Non ce ne sarà uno solo. A seconda del tipo di contenuto e di fruizione (un romanzo si legge in modo sequenziale, mentre una guida o un manuale si consultano saltando da un argomento all'altro), si definiranno modelli differenti che coinvolgeranno le tecnologie e i contenuti digitali più affini a ogni settore dell'editoria. In alcuni casi si assisterà a una digitalizzazione completa come nell'ambito delle pubblicazioni professionali, in altri, invece, il processo sarà solo parziale. I contenuti dei libri per bambini, per esempio, potranno diventare multimediali e trovare un'applicazione nel campo dei videogiochi, quelli di viaggio potranno integrarsi con piattaforme sul genere di Tripadvisor, i libri per la scuola sfrutteranno le innovazioni tecnologiche proponendo modelli che modificheranno radicalmente l'interazione con i testi scolastici.
Cambierà anche il modello di business dell'editoria?
Naturalmente, ogni prodotto avrà il modello più adatto. In alcuni casi, si può pensare alla formula degli abbonamenti come già accade per la tv e la musica.
E il retail tradizionale quali trasformazioni subirà?
Oggi la distribuzione e la vendita di un libro rappresentano il 70% del suo valore. Domani si potrà pensare di abbattere una quota di questi costi stampando i libri direttamente in loco, dove servono.
Oggi come si vendono i libri?
Con le classiche recensioni ma anche attraverso le attività sui social media, questi sono un veicolo di comunicazione importante, per esempio nell'ambito delle autopubblicazioni.
Qual è il ruolo degli e-book?
I consumatori hanno una capacità di adattamento piuttosto alta, ma il successo di un nuovo modello si definisce nell'uniformità d'offerta. Oggi si possono acquistare e-book su Amazon, su Apple con iTunes e via dicendo. Molte piattaforme, altrettanta frammentazione. Il vero successo lo si raggiunge con l'affermarsi di uno standard unico. È ciò che è successo con le videocassette: quando il sistema Vhs è prevalso su Betamax, uniformando l'offerta, il mercato ne ha fortemente beneficiato.
Qual è la ricetta di un best seller?
Non esiste una ricetta predefinita ma una combinazione di fattori. Per fare un esempio, è impossibile ricostruire i motivi del successo di Stieg Larsson eppure questo fenomeno ha aperto un segmento di mercato che stiamo ancora cavalcando con la sezione Giallo Svezia. Così come è inspiegabile il motivo per cui alcuni libri non raccolgono lo stesso entusiasmo nei diversi paesi: è stato il caso di Jussi Adler-Olsen che in Italia non avuto gli stessi risultati strepitosi che ha ottenuto in Germania.
Come si conquistano i lettori nell'era del digitale?
I lettori scelgono l'autore e non chi l'ha pubblicato, così il compito degli editori è quello di attirare gli scrittori offrendo loro una vera e propria casa accogliente e stimolante, basata su un progetto interessante e di qualità. Sempre più spesso le case editrici vanno verso un modello massificato a discapito della relazione fra editore e autore, bisogna, invece, ritornare ad andare a pranzo con i propri scrittori e basare il rapporto professionale su un piano di relazione intellettuale e umana. Solo così si riescono ad attirare i nomi più interessanti, quelli che animano il dibattito culturale.