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Cosa dobbiamo aspettarci dalle elezioni del Parlamento europeo

, di Catherine De Vries
Secondo recenti proiezioni, l'Unione Europea attraverserà una transizione a cui abbiamo assistito in molti Stati membri nell'ultimo decennio: il ridimensionamento del centro politico e l'ascesa degli estremi

Tra il 6 e il 9 giugno 2024, gli elettori dell'Unione europea eleggeranno un nuovo Parlamento europeo. Il futuro dell'Unione europea appare fragile. Le crescenti tensioni sulla scena globale, per le quali la politica estera dell'UE non è attrezzata, insieme a un crescente reazione contro la politica climatica e all'indebolimento dei fondamenti economici, stanno alimentando la polarizzazione politica all'interno degli Stati membri. Questa polarizzazione ha già influenzato la politica interna di molti tra di essi.

La volatilità elettorale è aumentata negli ultimi decenni e le forze politiche tradizionali che dominavano la scena politica - conservatori, liberali e socialdemocratici - sono in declino. Allo stesso tempo, le forze populiste che criticano le élite politiche in patria e a Bruxelles sono in aumento. 

Questi sviluppi influenzeranno probabilmente anche la composizione del Parlamento europeo di quest'anno. Infatti, le più recenti proiezioni sull'esito delle elezioni del Parlamento europeo indicano che la grande coalizione composta da socialdemocratici (Alleanza Progressista dei Socialisti e Democratici, S&D), cristiano-democratici/centrodestra (Partito Popolare Europeo, PPE) e liberali (Renew Europe, RE) si indebolirà e che i gruppi di partiti populisti e di destra radicale, in particolare i Conservatori e Riformisti Europei (ECR) e Identità e Democrazia (ID), guadagneranno terreno. 

Sebbene i sondaggi sull'esito delle elezioni del Parlamento europeo siano notoriamente difficili, anche perché l'affluenza alle urne è solitamente molto bassa, le previsioni attuali suggeriscono un cambiamento radicale nella politica europea. 

Infatti, se l'ECR e l'ID dovessero formare un unico blocco parlamentare, potrebbero diventare il gruppo più numeroso, con circa un quarto dei 720 seggi. Anche se i partiti populisti e della destra radicale probabilmente guadagneranno seggi, essi non lavorano molto bene insieme. Non solo il blocco è diviso in due gruppi di partiti, ma le posizioni nazionaliste di questi partiti mettono i loro interessi in contrasto tra loro. Inoltre, l'attività legislativa dei membri populisti e della destra radicale nelle passate sessioni del Parlamento europeo è stata scarsa.

Nonostante l'incertezza sull'esito, i possibili incrementi per i raggruppamenti di partiti populisti e della destra radicale indicano un percorso difficile per i politici europei, sia a breve che a lungo termine.

Nel breve termine, la nuova composizione del Parlamento influisce sull'elezione del Presidente della Commissione e della sua squadra. Ciò solleva la questione di chi potrebbe essere in grado di raccogliere un sostegno sufficiente nel nuovo Parlamento. Sarà l'ex presidente Ursula Von der Leyen a dover fare concessioni alla destra per essere rieletta, o qualcuno di completamente diverso?

A lungo termine, il previsto spostamento a destra potrebbe modificare la coalizione necessaria per seguire l'attuale traiettoria politica nell'UE. 

L'ascesa degli estremi politici

Una quota maggiore di parlamentari populisti e di destra radicale e il potenziale spostamento a destra del Partito Popolare Europeo sollevano preoccupazioni sul futuro della decarbonizzazione e del derisking del continente europeo. Il nuovo Parlamento mirerà ad annacquare il Green Deal o a ridurre il sostegno all'Ucraina? Queste sono le domande che si porranno.  

In questo modo, l'Unione Europea attraverserà una transizione a cui abbiamo assistito in molti Stati membri nell'ultimo decennio: il restringimento del centro politico e l'ascesa degli estremi politici.  

Questa evoluzione renderà più difficile l'elaborazione di soluzioni politiche efficaci per affrontare le sfide di lungo periodo dell'UE. Il rischio potrebbe essere non solo un cambiamento nelle politiche, ma anche uno stallo politico generale e un'impasse tra le istituzioni dell'UE e al loro stesso interno.

Dopo il pessimo precedente creato dalla Brexit, molti partiti populisti e di destra radicale non vogliono più lasciare l'Unione europea, ma piuttosto cambiare il progetto dall'interno e portarlo in una direzione più sovranista.  

Dopo le prossime elezioni del Parlamento europeo potremo vedere fino a che punto questi partiti saranno davvero in grado di farlo. Solo il tempo potrà dirlo. 

 

Catherine de Vries è coautrice del recente rapporto The von der Leyen Effect: Does Visibility Lead to Accountability? 

 

CATHERINE EUNICE DE VRIES

Bocconi University
Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche

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