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Con la musica digitale la classifica si fa piu' democratica

, di Andrea Ordanini - ordinario presso il Dipartimento di marketing
Rispetto all'era del vinile o del compact disc, un numero maggiore di musicisti raggiunge un certo successo, ma le prime posizioni rimangono ancora appannaggio di poche hit

La musica è un ambito di consumo che ha attraversato una delle più profonde fasi di trasformazione negli ultimi venti anni. Si è infatti progressivamente passati da una condizione storica nella quale i contenuti musicali erano incorporati in beni fisici (i dischi) che venivano acquistati e posseduti singolarmente, ad una nella quale il supporto fisico è scomparso e la musica registrata, ora in formato digitale, non è più di proprietà dell'ascoltatore, che paga solo il diritto all'accesso a un ampio catalogo di contenuti (es. Spotify).
Questa fenomenale transizione tecnologica nel mercato musicale è passata attraverso diverse fasi: il disco di vinile ha dominato la produzione ed il consumo di musica sino agli inizi degli anni 80, sostituito da un altro supporto fisico, il compact disc, nel quale la musica era incorporata in file musicali. Nel 1999, un'innovazione di uno studente americano (Napster) ha consentito di condividere in modo gratuito via Internet i file musicali residenti negli hard disk dei consumatori.
Nel 2004, dopo una lunga serie di cause legali per violazione dei diritti d'autore, un nuovo operatore (Apple) entra nel mercato e propone una modalità legale per consumare ed acquistare musica in formato digitale: il downloading. Da qualche anno, come detto, i consumatori di musica non acquisiscono e scaricano più file musicali che incorporano musica, ma pagano semplicemente per accedere a, e usufruire di, sterminati cataloghi online senza acquisire la proprietà dei contenuti.
Questa rivoluzione copernicana dei 'contenitori' ha drammaticamente cambiato lo scenario delle aziende del music business. Ma come è cambiato l'atteggiamento delle aziende rispetto ai 'contenuti' della musica? In altre parole, la tecnologia ha anche modificato i processi di selezione artistica, offerta e promozione degli artisti?
Uno studio focalizzato sulle classifiche di Billboard dal 1974 ai giorni nostri ha rivelato che la trasformazione tecnologica introdotta a cavallo degli anni 2000 ha aumentato la differenziazione dei contenuti musicali nel mercato, grazie ad un maggior numero di canzoni entrate in classifica per periodo. In sostanza, l'avvento delle tecnologie digitali sembra aver aumentato le chances di successo per gli artisti, aumentando il livello di "democratizzazione" della popolarità.
Questo aumento della differenziazione dei contenuti è andato di pari passo con un altro fenomeno, anch'esso collegato con il cambiamento tecnologico: l'aumento delle collaborazioni artistiche note come featuring, vale a dire la presenza di un artista "ospite" che canta e/o suona in una parte della canzone di un altro artista. Sempre con riferimento alle classifiche americane, il featuring sembra aver facilitato il successo degli artisti, ed in misura maggiore quando ha mischiato artisti provenienti da generi musicali diversi.

Malgrado questi segnali di maggiore apertura e differenziazione dei contenuti generati dalle tecnologie digitali, ripetendo la stessa analisi di differenziazione per le prime dieci posizioni della classifica, si è osservato che il numero di canzoni e quello degli artisti entrati nelle parti alte del ranking è rimasto più o meno lo stesso nel tempo.
Dunque, la tecnologia non è riuscita a modificare i meccanismi di accesso alla popolarità per quanto riguarda i grandi successi e gli artisti più popolari: i nuovi formati digitali hanno consentito a più canzoni ed artisti l'accesso al mercato, ma non vi è stato uguale ricambio nelle prime posizioni della classifica, che sono state sempre appannaggio di poche grandi hits.
Se volessimo racchiudere tutto questo in una frase, potremmo dunque dire che la tecnologia ha cambiato significativamente i processi di consumo e differenziato le forme di accesso al mercato musicale, ma ha solo marginalmente intaccato i meccanismi del grande successo, per i quali "la musica è rimasta più o meno la stessa".