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#BocconiCorrespondents da San Paolo, Paolo Manzo

, di Paolo Manzo - Alumnus Bocconi 1994, corrispondente LatAm
Alumnus e giornalista, Paolo racconta dello scontro politico che vede al centro Bolsonaro, ribattezzato Bolsonavirus dal governatore di San Paolo, ma anche del ruolo di narcos e scuole di samba

Mentre cresce il numero dei morti (il 17 aprile si sono raggiunti i 2.171 decessi ed il picco dell'epidemia è ancora lontano) in Brasile è scontro politico ai massimi livelli. Il presidente del paese sudamericano, Jair Bolsonaro, che da settimane polemizzava sempre più apertamente con il ministro della Sanità Henrique Mandetta, ha deciso di "farlo fuori". Al suo posto, alla guida della lotta contro il Covid-19, Bolsonaro ha scelto l'oncologo carioca Nelson Teich. La notizia era nell'aria da giorni.

Mandetta con la sua equipe aveva guidato bene l'emergenza e, non a caso, a detta dei sondaggi il 76% dei brasiliani voleva che il medico che era riuscito a contenere la curva nei primi 60 giorni di Covid-19 restasse "senza se e senza ma". Sullo sfondo della vicenda un ruolo centrale lo ha avuto la stampa brasiliana, che come nel caso di Trump con Fauci, ha cavalcato la polemica nella speranza che prima o poi Bolsonaro dimettesse Mandetta.
Ora è finalmente successo e, adesso, vedremo che cosa riuscirà a fare Teich per contenere l'epidemia. Politica su tutto dunque e, allora, al traino dei media verde-oro si è messo anche il governatore dello stato di San Paolo, Joao Doria, che sogna con la presidenza 2022 e che ha coniato un nuovo termine, il "Bolsonarovirus".


Oltre al cambio al ministero della Sanità preoccupa molto che mentre Doria attacca Bolsonaro dicendo che "promuovere l'agglomerazione di persone è attentare alla vita", metropolitana e bus della città da lui governata continuano ad essere affollati come un mese fa a Milano e che nessuno abbia preso misure concrete di "distanziamento". "Ci dovrebbe essere almeno un metro- spiega Marta Silva, un'impiegata che ogni giorno prende due autobus per andare al lavoro-ma qui a San Paolo siamo tutti ammassati sui mezzi".

In Brasile il "picco" di crescita dell'epidemia era stato previsto settimane fa dall'ex ministro Mandetta, per fine aprile ma adesso si dice che i tempi potrebbero allungarsi. Nell'ultima settimana i decessi sono aumentati in media del 12% ogni 24 ore e, dunque, entro il 30 aprile le vittime potrebbero essere oltre 10mila. Anche maggio e giugno, comunque, saranno mesi difficili e, per il sud del Paese, dove fa più freddo e si registra la maggiore percentuale di anziani rispetto alla popolazione, luglio sarà di certo un mese duro.

Per evitare di confondere il coronavirus con l'influenza H1N1 e le altre "influenze" per cui ci sono già vaccini, è stata anticipata al 23 marzo scorso (in Brasile l'inverno inizia a giugno e finisce a settembre) la vaccinazione a tutti i soggetti a rischio, a cominciare dagli anziani. Una vaccinazione fatta a scaglioni ed utilizzando nella più grande metropoli del paese, San Paolo, il metodo del drive-through per chi ha l'auto e quello delle vaccinazioni in spazi all'aperto, con una distanza di almeno 2 metri da uno all'altro, per chi non è automunito.

Il sistema sanitario brasiliano è un mix di pubblico, il cosiddetto SUS, e privato che possiede 55mila letti di terapia intensiva (solo la Germania ha un rapporto popolazione letti di intensiva migliore) e questo rappresenta sicuramente un valore aggiunto. Ciononostante, sin da quando si è superato il numero dei cento contagi, sono stati preparati in vista dell'esplosione prossima ventura una decina di ospedali da campo in tutto il paese, che ha un'estensione pari a 30 volte l'Italia. In alcuni casi sono stati riconvertiti gli stadi da calcio del recente Mondiale.
Sui test, vista la carenza a livello mondiale dei tamponi, qui si è privilegiato lo screening selettivo, ovvero testare tutti i medici, gli infermieri e chi garantisce l'ordine pubblico. Inizialmente era stato previsto di tamponare anche professori e docenti ma, vista la scarsità dei reagenti e la chiusura temporanea delle scuole, si farà in un secondo momento, quando le scuole riapriranno.

Il ministero della Salute qui ha sottolineato sin dall'inizio l'utilità delle mascherine, consigliando come distanza sociale raccomandata 2,5 metri (e non un metro come stabilito dall'OMS). Inoltre sul sito istituzionale del SUS è stato spiegato come fabbricarsi, in tela, mascherine individuali lavabili. Su questo si sono attivate anche le scuole di samba che quest'anno invece di cucire i costumi si sono messe sotto a cucire mascherina in tela lavabili.
Sul fronte economico, dopo avere rimandato le scadenze fiscali a fine giugno, è già stata versata sui conti correnti di 54 milioni di brasiliani la prima rata di aiuti di emergenza di 600 reais, circa 120 euro. Il secondo pagamento arriverà a fine aprile e l'ultima rata sarà pagata entro il 29 maggio, per un totale di 1800 reais, quasi 400 euro. Chi riceve già il sussidio Borsa Famiglia (47 milioni di persone) si vedrà accreditare gli stessi importi mentre ai 30 milioni di brasiliani ancora senza conto corrente il trasferimento sarà fatto in contanti erogati direttamente allo sportello.

Certo oltre alle polemiche politiche non mancano i problemi sanitari, il principale l'acquisto di respiratori, tamponi e mascherine che servono al personale medico ed infermieristico. C'è una produzione interna di tutti questi items, così come di camici per internisti e personale sanitario, ma viste le dimensioni della domanda si stanno organizzando voli diretti con la Cina per fare scorta.

Intanto sono morti i primi abitanti della Rocinha, la celebre favela di Rio ed è stato contagiato il primo indio Yanomani, un ragazzo di 15 anni. Nella favela di Paraisopolis, a San Paolo, i capi comunità hanno contrattato direttamente loro medici e ambulanze. Come durante Olimpiadi e Mondiali, i narcos che controllano le favelas hanno fatto accordi con il potere politico, imponendo loro stessi il coprifuoco. A San Paolo l'isolamento è stato prolungato sino al 10 maggio prossimo dal governatore Doria che, dopo avere fatto un accordo con le principali aziende di telefonia, sta monitorando gli spostamenti di chi deve rimanere in casa perché positivo. Staremo a vedere se servirà.

#BocconiCorrespondents - Paolo’s dispatch on life in San Paolo

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