Ashanka Sen, il manager con il sitar
Grazie alla passione per il sitar la strada di Ashanka Sen, ingegnere informatico indiano di 41 anni, ha incrociato quelle del Dalai Lama e del Mago Zurlì. Motivazioni al di fuori del comune gli hanno poi permesso di incrociare anche quella di Valter Lazzari (direttore del programma) e Maurizio Dallocchio (allora direttore della scuola) quando è riuscito, nonostante i 40 anni, a farsi ammettere nel 2005 all'Mba alla Sda Bocconi.
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Ashanka Sen con il sitar |
Sen non è l'uomo delle scelte scontate. Cresciuto a Mumbai in una famiglia della classe media indiana, ha sviluppato in parallelo la formazione professionale, prendendo prima una laurea e poi un master all'Indian institute of technology, e quella musicale, sotto la guida del Pandit Kartick Kumar. Il sitar, una sorta di chitarra a 20 corde disposte su due livelli, la cui cassa armonica è costituita da un guscio di zucca, è lo strumento della musica classica indiana più conosciuto in Occidente e la sua pratica è spesso collegata a quella della meditazione. Sen lo ha studiato per 15 anni in India, senza mai esibirsi in pubblico. Arrivato in Italia nel 1995, a 30 anni, ha chiesto al suo maestro di poterlo fare e, ricevuto il suo assenso, ha inaugurato un'attività di musicista semiprofessionista, partita nei centri yoga e culturali, che lo ha portato a suonare in tutta Italia, compresa un'esibizione al Conservatorio di Milano. "Il rapporto tra lo studente di musica e il suo Pandit", spiega, "è un profondo rapporto umano. Senza la sua approvazione non avrei mai cominciato a esibirmi".
Il suo inserimento nel circuito musicale è stato veloce grazie all'incontro con due percussionisti indiani già attivi, con i quali ha formato un piccolo gruppo. Ed è grazie alla facilità con la quale entra in rapporto con le persone che, nel 1997, ha potuto chiedere a un amico professore universitario di esibirsi di fronte al Dalai Lama, in occasione del conferimento di una laurea ad honorem a Gorizia.
"Per chiunque si interessi di meditazione", spiega Sen, "il Dalai Lama è un punto di riferimento. Sono felice di avere suonato per lui e di averci scambiato qualche parola, poco prima del concerto".
Qualche anno dopo, nel 2001, ha avuto, tramite il consolato indiano, l'occasione di comporre musica e testo di una canzone per bambini che ha partecipato allo Zecchino d'Oro, aggiudicandosi lo Zecchino d'Argento come migliore musica della sezione dedicata agli stranieri. La canzone parla della felicità di un bambino indiano quando piove tanto da paralizzare ogni attività, compresa la scuola, e lui può divertirsi a sguazzare nelle pozzanghere, senza nessuna preoccupazione per il futuro.
Sen ha lasciato l'India con qualche anno di anticipo sull'esplosione della new economy, che ha portato migliaia di ingegneri indiani in giro per il mondo, soprattutto negli Stati Uniti. "A metà degli anni '90", ricorda, "c'erano già molte richieste dall'estero, ma gran parte dei miei colleghi finiva per trasferirsi in Medio Oriente. Io, che lavoravo in un posto di prestigio come Citibank, guardavo un po' più lontano". L'occasione arrivò tramite un consulente che lavorava in India e in Italia, e che sapeva di una posizione aperta a Milano. Sen, che nutriva un certo interesse per la cultura europea, decise di provarci, facendo da pioniere. "Oggi stimo che a Milano ci siano 80-100 famiglie di ingegneri indiani, ma in quegli anni era tutto diverso", tanto che di lui, come di una mosca bianca, si interessò anche Federico Rampini, dedicandogli un lungo articolo su Repubblica.
Due anni dopo il suo arrivo in Italia, Sen si è sposato, seguendo la pratica del matrimonio combinato. "In Occidente il matrimonio combinato non è pienamente compreso", spiega. "Non si tratta di un'imposizione, ma di un suggerimento delle famiglie. Io e mia moglie abbiamo deciso di accettare il suggerimento. E non è un'usanza estranea alla cultura italiana. Soprattutto nelle campagne, era comune anche qui fino a non più di 50 anni fa".
Il boom della new economy ha permesso a Sen di cambiare quattro datori di lavoro in Italia, arrivando a coordinare gruppi ampi di persone, ma sempre in funzioni tecniche. "Di qui l'esigenza di un Mba che mi qualificasse a ricoprire posizioni compiutamente manageriali", dice.
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Il ritiro del diploma |
Nel 2005 è stato forse lo studente Mba più anziano della storia della Sda, ma la sua lucidità e la capacità, derivante dalla pratica della meditazione, di non farsi piegare dallo stress, hanno convinto i selezionatori. "Ho spiegato che, a 40 anni, avevo ancora 25 anni di attività davanti a me. Forse l'Mba mi avrebbe portato qualche beneficio in meno nel 2005 che nel 1995, ma ho dovuto mettere da parte il denaro per pagarmelo e affrontare un anno senza stipendio".
Quello dell'Mba è stato un anno importante da ogni punto di vista: Sen ha anche avuto un bambino e ha ritirato il diploma con il nuovo nato in braccio. Tornato a lavorare alla Fineco, che gli aveva concesso l'aspettativa, è passato dai sistemi informativi al risk management, "e dopo l'Mba", sostiene, "mi sento molto più sicuro di me, capace di comunicare agli altri la mia visione, più efficace".