App, tutor e social: a ciascuno la sua formazione
Ormai molti istituti bancari fanno educazione finanziaria raggiungendo differenti fasce della popolazione, dai giovani ai piccoli e medi imprenditori, dai liberi professionisti a chi fonda una startup. Ma poche banche predispongono programmi pensati per raccogliere e misurare i risultati dei loro interventi. Specialmente oggi che l'educazione finanziaria rappresenta un trend consolidato, per esempio, la scelta di pubblicare pillole-video su social media, come YouTube, "è un tipo di attività utile ma che non consente di misurare gli impatti generati. Il settore dell'educazione finanziaria è pronto, invece, per dare il via a una nuova fase che tenga conto dell'analisi dei risultati raggiunti. Solo così si potranno scegliere meglio gli strumenti e i contenuti adatti a essere recepiti da ogni segmento specifico della popolazione", afferma Laura Penna, head of group social impact banking di UniCredit.
Banca che porta nelle scuole secondarie di secondo grado Startup your life, piattaforma creata dal gruppo per offrire un programma triennale completo con opportunità di progettazione e confronti con imprenditori. In tutto 90 ore di formazione per percorso, durante le quali è possibile valutare le evoluzioni conoscitive dei ragazzi. Comunque, rimangono tanti gli strumenti a disposizione, ugualmente utilizzati in Italia e all'estero.
Quali sono questi strumenti?
Nelle scuole di grado inferiore l'educazione finanziaria può passare attraverso modalità ludiche come la simulazione di mercatini o di attività commerciali più complesse, a seconda dell'età. Con gli adulti si possono organizzare webinar per acquisire concetti finanziari, come la distinzione tra tasso fisso e variabile e capire quando è più conveniente l'uno o l'altro. A disposizione delle famiglie, infine, esistono strumenti digitali per controllare la gestione del bilancio familiare.
Come si scelgono gli strumenti più adatti?
Partendo dai tre quesiti fondamentali: chi, cosa e come? Se si parla ai giovani, si possono esaminare i canali di comunicazione a loro più familiari, per trasmettere loro la consapevolezza che i temi finanziari sono importanti. Se invece ci si rivolge al mondo delle pmi, l'obiettivo diventa rafforzare le competenze su come costruire un business plan o gestire i flussi di cassa. Diventano più efficaci allora attività di tutoraggio, mentoring. Un esempio interessante sono le nuove app, utili però per utenti con competenze avanzate. Aggiungo che esiste un altro pubblico per l'educazione finanziaria: le persone cosiddette vulnerabili, coloro che affrontano un periodo di difficoltà o che non hanno mai ricevuto una formazione finanziaria.
In questi casi non è scontato riuscire a trasmettere informazioni tecniche...
Se ci si interfaccia con un pubblico distante dalla materia, è fondamentale partire trasmettendo l'abc della finanza. Soprattutto oggi con il boom dell'e-commerce e di formule come i pagamenti rateali, è importante che i consumatori online, giovani o adulti che siano, sappiano che queste forme di pagamento possono condurre a situazioni di sovra-indebitamento.
Laura Penna, Head of group social impact banking di UniCredit, si è laureata all'Università Bocconi di Milano in Economia aziendale. Degli studi universitari porta con sé "la possibilità di un confronto proficuo con docenti e compagni di studi e la costruzione di un grande network, che ancora l'accompagna nella sua attività personale e professionale, oltre a un metodo di studio rigoroso, un approccio strutturato ai problemi e uno spirito critico che permette di non restare sulla superficie delle cose", conclude Penna, "senza dimenticare una capacità di visione e di lettura del contesto grazie allo studio in gruppo, alle tante materie previste dal percorso e alla didattica sempre stimolante".