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Andrea e la tesi lunga cinque anni

, di Fabio Todesco
Andrea Pinto, il neolaureato premiato dalla Fondazione Achille e Giulia Boroli, ha cominciato a ideare la sua tesi il primo anno di universita' e ha indirizzato l'intero percorso di studi in funzione della sua idea

Ha radici profonde la tesi di Andrea Pinto, premiata lunedì 8 maggio alla presenza di Enrico Letta e Mario Monti nel corso della conferenza annuale di Europeans, l'iniziativa di sensibilizzazione sui temi europei di Università Bocconi e Fondazione Achille e Giulia Boroli. "Ho cominciato a pensarci il primo anno di università", racconta Pinto, "quando mi sono trovato in disaccordo con un'affermazione sentita in aula, secondo cui le banche commerciali starebbero virando il loro business model da erogatrici di credito a erogatori di servizi, soprattutto nei confronti delle PMI, notoriamente troppo rischiose per mantenere una marginalità competitiva. Ero convinto che si sarebbe, invece, dovuto intervenire per rendere questa attività di finanziamento più facile e conveniente".

Pinto, venticinquenne romano, laureato lo scorso anno al Master of Science in International Management, è stato premiato per la tesi A SME Alternative Funding Channel: The Syndicated Credit Pooling, che ipotizza un nuovo canale di finanziamento per le piccole e medie imprese europee. Il modello di syndicated credit pooling sarebbe capace di attenuare il cosiddetto "SME financing gap", il fatto cioè che molte legittime richieste di finanziamento da parte delle piccole e medie imprese rimangono inevase non tanto per un loro difetto di "bancabilità", quanto perché alcune caratteristiche delle PMI, come le piccole dimensioni, la scarsa diversificazione, la struttura finanziaria e la mancanza di garanzie, rendono il prestito non remunerativo dal punto di vista di Return on Economic Capital Absorption (RoECA) per le banche. "L'idea", dice Pinto, "è quella di cambiare punto di vista con cui si guarda il problema. La chiave non è disintermediare il sistema bancario ma anzi usare le banche come information brokers e le istituzioni finanziarie come capital financiers. La chiave è creare un modello che si basi sulle informazioni presenti nelle banche (soft capital) ma che permetta alle istituzioni finanziarie di partecipare direttamente alla fase di emissione del credito (hard capital). Per rendere il sistema efficiente e credibile servirebbe il coinvolgimento di una autorità sovranazionale ed apartitica europea e la partecipazione almeno dei principali paesi europei, così da diversificare sia il rischio sistemico sia quello non sistemico".

Pinto ha indirizzato tutto il suo percorso universitario allo sviluppo dell'idea che si è tradotta nella tesi premiata lunedì: la scelta degli esami opzionali, quella della partecipazione al programma Cems con lo scambio alla Louvain School of Management e l'internship alla Commissione europea in un'unità, che si occupa specificamente delle relazioni con i principali intermediari finanziari europei (i.e. Eib, Eif, Ebrd) a cavallo tra il 2015 e il 2016.

"Ho dedicato tantissime energie a quest'idea", dice Pinto, che oggi è associate consultant di Bain & Company e presta consulenze strategiche per il settore finanziario, "e ho interpretato anche la partecipazione al bando per il premio di laurea come una possibile validazione esterna, che mi consenta di approfondire ulteriormente il modello. Per andare oltre, a questo punto, servirebbe la collaborazione delle istituzioni europee per intraprendere un progetto di fattibilità paneuropea attraverso la partecipazione delle principali banche sistemiche europee".