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Vita e lavoro: dove agisce il potere dei network

, di Giuseppe Soda - Direttore di SDA Bocconi, School of Management
Si sta sviluppando una nuova scienza che apre uno spazio straordinario per la comprensione dei sistemi complessi come le economie, i mercati, le imprese
Giuseppe Soda

Immaginate 100.000 trader finanziari indipendenti che operano su una piattaforma che permette di osservare in ogni istante le performance, i portafogli e i livelli di rischio di tutti gli altri. Ipotizzate anche che un trader possa decidere di "copiare" le scelte di un altro, nel senso di autorizzare il gestore della piattaforma a replicare automaticamente le operazioni d'investimento fatte da un altro trader. Immaginate ora una gigantesca tabella in cui su righe e colonne ci sono i nomi dei 100.000 trader. E pensate che all'incrocio tra il trader 23476 e il trader 57634 ci sia un 1 a indicare che il primo ha deciso di copiare il secondo, così che ogni decisione di investimento o disinvestimento fatta da quest'ultimo viene automaticamente replicata sul portafoglio del primo.

Perché 23476 copia 57634? Perché si fida così tanto da autorizzare la piattaforma di trading a replicarne le scelte? La ragione ci farebbe subito pensare che il trader 57634 abbia ottenuto performance soddisfacenti, costanti nel tempo, o si sia distinto dagli altri per un rassicurante rapporto rischio/rendimento (queste informazioni sono tutte disponibili). Niente di tutto questo. Studiando questa grande comunità di investitori individuali con gli strumenti della network analysis, abbiamo scoperto che il fatto che un trader copi un altro non c'entra nulla con la performance di quest'ultimo e neppure con i livelli di rischio degli investimenti.

Tra i 9 miliardi di possibili connessioni in questa comunità di 100.000 persone, si sceglie di copiare il trader che: comunica un profilo reale sulla piattaforma e non un avatar fittizio; mostra una sua foto; ha una descrizione di sé dettagliata e condita da elementi personali; risponde sistematicamente ai post che gli arrivano dalla comunità dei trader. In sostanza, pur in un contesto così individualistico, le persone si fanno guidare negli investimenti più dalla visibilità e dall'interazione sociale che dalla razionalità.

Un cosa non molto diversa, in negativo, è successa nello scandalo Libor (i tassi di interessi manipolati). Le mail e le telefonate tra i tesorieri, i trader e i membri delle associazioni coinvolti sono una chiara testimonianza di una sistematica opera di distorsione generata da una rete di relazioni interpersonali densa e pervasiva.

Dunque, che le relazioni contino e che le reti di relazione spieghino spesso più delle capacità e delle idee lo si sa da molto tempo. Non solo, le relazioni sono anche un meccanismo di influenza sociale e di modifica dei comportamenti, veicolano influenza, amplificano le pressioni al conformismo. La ricerca sui network sociali ha messo in luce quanto le relazioni impattino sulla salute, la felicità, gli atteggiamenti di lavoro, i comportamenti di consumo. La ricerca scientifica sui network ha dimostrato, per esempio, che la probabilità di diventare obesi se si hanno amici obesi è doppia rispetto alla situazione in cui un nostro amico non obeso ha a sua volta un amico obeso. In altre parole, la probabilità di diventare obesi è tanto più bassa quanto più le persone obese sono "distanti" dai nostri legami sociali (e viceversa).

Questi fenomeni appaiono sempre più rilevanti in ragione della crescita esponenziale dell'interconnessione tra i sistemi, le società, le economie. Si sente dire spesso che la complessità dei mercati è legata a filo doppio con la crescente interdipendenza tra le diverse componenti e che tutto ciò rende difficile prevederne con precisione le dinamiche. Infatti, i processi sociali e competitivi si manifestano in un mondo sempre più "small" dove i gradi di separazione tra le persone e gli attori sociali si riducono e le idee si diffondono con una velocità e una scala impensabili solo pochi anni fa. Un esempio del "mondo piccolo" è il numero medio di persone, pari a 4,7, sufficiente ad uno qualunque dei 1,26 miliardi di persone connesse attraverso Facebook per raggiungere chiunque altro nella rete. Il 92% di tutta la popolazione Facebook è legata da una distanza media di 4 persone; solo nel 2008 lo stesso valore era di 5,3. Proviamo a immaginare quanto tempo impiega una notizia, un'idea, un'opinione ad attraversare questa rete e a influenzare le persone che ne fanno parte.

Dal punto di vista delle imprese, chiamate a interpretare questa realtà per poter assumere decisioni efficaci, appare del tutto evidente che in un mondo così occorre dotarsi di strumenti nuovi, conoscenze avanzate e modificare profondamente alcuni fondamenti del management. La nuova scienza dei network, nata dall'intersezione tra le scienze sociali, la fisica, la biologia, la medicina, ci mette a disposizione una strumentazione analitica e concettuale che apre uno spazio straordinario per la comprensione dei sistemi complessi, come le economie, i mercati, le imprese.