Vincere nello sport e nello studio, la doppia sfida di Andrea Benevelli
Una sfida. Una delle tante che Andrea Benevelli si pone nella sua vita professionale e in quella personale. Andrea, 33 anni, di Pesaro, è un professionista del basket e da quest'anno gioca nell'Urania Milano, in serie A2, ma è anche uno studente del Master of Management in Food and Beverage della SDA Bocconi School of Management, doppio impegno difficile da portare avanti ma per questo ancora più stimolante. "Si può fare", racconta Andrea, che ha il basket nel sangue e nel destino, visto che papà Amos negli anni 70 e 80 ha vinto una Coppa delle Coppe e sfiorato un paio di scudetti nella Scavolini Pesaro, "studiare e svolgere attività sportiva ad alto livello è una sfida che si può vincere". Andrea Benevelli è laureato in Scienze motorie, titolo che gli consentirebbe di restare nel mondo dello sport, ma al momento non è questo il futuro che immagina per sé: "Ho scelto il Master in Food and Beverage per una serie di motivi. E' un master internazionale, tratta il tema dell'alimentazione, che per un atleta è fondamentale, ed è proprio in questo settore che in futuro ho le maggiori prospettive di avviare un'attività. Ma al momento non c'è nulla di definito".
Quello del connubio studio-sport è per Andrea un pensiero fisso, vuole essere d'esempio per i più giovani e magari fare anche qualcosa di concreto: "E' facile per un ragazzo che a 18 anni guadagna cifre importanti pensare di smettere di studiare, ma è un peccato mortale. Lo sport è pieno di esempi di grandi atleti che hanno fatto bancarotta perché impreparati al futuro. Vorrei portare avanti qualche iniziativa con la Giba, l'associazione dei giocatori di basket, sull'esempio di quello che fa l'Nba attraverso l'analoga associazione, la Nbpa, che organizza corsi di formazione, come quello proprio con la SDA a Milano". Nell'Urania Andrea non è l'unico laureato: "E questo è bellissimo. Quando sei giovane non ci pensi, giochi, cambi squadra e città, come ho fatto io, quasi ogni anno, è tutto molto semplice. Dopo i 30 subentra la maturità che ti porta a pensare al futuro. I giocatori hanno molto tempo libero, devono sfruttarlo per arricchirsi anche culturalmente". Per quanto riguarda la sua professione, Andrea torna al concetto di sfida che rappresenta la scelta di giocare in una società storica del basket milanese, ma che debutta proprio quest'anno in serie A: "L'anno scorso ho raggiunto la promozione in A1 con la Fortitudo Bologna, un'esperienza fantastica conclusa nel migliore dei modi. Bologna è una città che vive di pallacanestro, dovunque vai sei riconosciuto, c'è molto entusiasmo. Non dimenticherò mai la partita decisiva per la promozione con 5 mila tifosi in festa. A Milano, la città dell'Olimpia di Armani, noi dell'Urania, che abbiamo la nostra casa nello storico Palalido, dobbiamo guadagnarci il nostro spazio e fare un campionato dignitoso, poi si vedrà". A 33 anni un atleta è nella fase discendente della carriera, ma un termine preciso Andrea Benevelli non se lo pone: "Sono professionista da quando ho 17 anni, ma non mi metto limiti. E', come dicevo, una questione di sfide da cercare e da affrontare. Solo tre anni fa, per esempio, non avrei mai immaginato di essere qui...".