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Persone Francesca Colombo

In viaggio per contribuire a cambiare il mondo

, di Diana Cavalcoli
Francesca Colombo idealista per natura ha capito da subito che il suo futuro lo avrebbe impegnato a cercare di cambiare il mondo e dai paesi in via di sviluppo tutto è iniziato

Responsabile dell’Health Division dell’Ocse dal 2013, Francesca Colombo dal suo ufficio di Parigi rassicura le più giovani: “Faccio parte anch’io di quel gruppo di persone che ha trovato la propria strada lungo il viaggio. Da ragazza non avevo bene in testa cosa avrei fatto da grande”. Sapeva però di voler fare un mestiere che contribuisse a migliorare il mondo. “Sono sempre stata idealista e ho capito che per me avere un impatto era importante quando ho avuto l’opportunità di lavorare in paesi in via di sviluppo” aggiunge. 

Dopo la laurea in Economia e Management in Bocconi a Milano, Colombo si specializza in Development Studies alla London School of Economics and Political Science. Racconta: “Grazie a quell’esperienza ho avuto la possibilità di candidarmi a una fellowship finanziata dal governo inglese ma aperta a stranieri che avevano studiato nel Regno Unito”. Arriva così a lavorare nell’Unità di Pianificazione del ministero della Salute della Guyana occupandosi proprio di sanità. “Non avevo idea di come un’economista potesse lavorare in ambito sanitario ed è stata una folgorazione per me. Era un lavoro che univa la mia propensione per le materie scientifiche e i miei valori etici.” 

Prima di approdare all’OCSE, ma anche dopo, viaggia molto: Europa, Sud America e Asia, analizzando i sistemi sanitari nei paesi ad alto reddito e lavorando a contatto con i governi. La candidatura all’OCSE è del 1999 dove entra come Young Professional. Della fase di selezione dice: “In sé la procedura è semplice. Ci si propone sulla base delle vacancy che vengono comunicate sul sito e poi si fanno colloqui su colloqui. Per chi volesse fare questo tipo di carriera consiglio però di fare prima esperienza all’estero, inspessire il curriculum, e poi monitorare attentamente i siti istituzionali”. Colombo spiega che oggi l’aspetto più interessante del suo lavoro è la dimensione internazionale: “Il confronto con governi ed esperti che vengono da paesi diversi è la parte più stimolante, un pungolo a migliorarsi sempre”. Oggi, non a caso, Colombo è tra le principali esperte internazionali in materia di salute e assistenza alle popolazioni anziane. Si è occupata dal 2020 anche della crisi Covid-19 e delle soluzioni per rendere i sistemi sanitari più resilienti. 

Nella sua carriera spiega che a motivarla è stata anche la presenza di modelli femminili forti. Dice: “Ho lavorato con la premier neozelandese Helen Clark, una forza della natura. Lei è stata amministratrice del programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo e co-presidente del gruppo indipendente per la preparazione e la risposta alle pandemie”. Colombo spiega che diventare mamma e conciliare una carriera internazionale non è però stato semplice. Dice: “Ho tre figli e specie quando erano piccoli mi chiedevo se stessi dedicando loro abbastanza tempo. Ho cercato di avere tutto: un lavoro e una famiglia. Tanta fatica ma oggi che sono cresciuti spero mi vedano come un modello positivo”. 

“Cosa dire alle ragazze di oggi? Buttatevi. Su cento curriculum che mi arrivano sul tavolo ottanta sono di uomini. Vorrei vedere più coraggio. Anche per questo la mia porta è sempre aperta per i giovani. Ora che guido un team per me una delle più grandi soddisfazioni è vedere le persone spiccare il volo.” Per farlo bisogna però credere in se stessi e crearsi le occasioni posto che “nessuno ti serve la carriera su un piatto d’argento”.