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Universiadi viste da vicino

, di Davide Ripamonti
Lucrezia Raco, Filippo Campigli e Federico Vismara hanno rappresentato l'Universita' a Taipei. Un'esperienza che non dimenticheranno mai

"Campioni di oggi, leader di domani" recita l'azzeccatissimo claim che presenta le Universiadi su Eurosport. I Giochi Olimpici per atleti universitari, organizzati ogni due anni a partire dalla fine degli anni 50, hanno radunato a fine agosto a Taipei quasi 8 mila atleti/studenti provenienti da 131 paesi, tra i quali campioni assoluti come, per restare all'Italia, l'olimpionico Gregorio Paltrinieri. Tra di essi anche tre bocconiani: Lucrezia Raco, nuotatrice e laureanda in Giurisprudenza; Federico Vismara, spadista, iscritto al secondo anno del Bachelor of Science in International Economics and Management; Filippo Campigli, golfista, che sta per iniziare il Master in Corporate Finance della SDA.

"Il momento più emozionante, quello che non dimenticherò mai? Sicuramente quando, prima della finale mentre stai per posizionarti sui blocchi di partenza, ogni atleta viene presentato con nome, cognome, nazionalità e università. Lì ti rendi veramente conto che stai rappresentando il tuo paese, il tuo sport e la tua università...", spiega Lucrezia, sesta nella finale dei 50 stile libero, "ma a soli 9 centesimi dal bronzo, un po' di rammarico c'è, anche se ho nuotato sui miei tempi". Il nuoto è sport duro, richiede allenamenti intensi e sacrifici, ma momenti come questi ti ripagano di tutti gli sforzi: "Allenarsi ogni giorno e studiare è faticoso, ma appagante. Nel mio futuro vedo una carriera da avvocato, ma adesso ho obiettivi agonistici da raggiungere, a dicembre a Copenaghen ci sono gli Europei e spero di essere convocata. La mia specialità mi permette una carriera abbastanza lunga". Per Filippo, invece, che nel golf vanta già numerose convocazioni in Nazionale, a partire dalle giovanili, il ricordo indelebile è legato al villaggio degli atleti e all'atmosfera che vi si respira: "C'è amicizia, rispetto, una condivisione totale di valori. Sei lì per gareggiare, per battere gli avversari ma nello stesso tempo per un'esperienza di vita. Il clima è molto più disteso rispetto alle competizioni di golf, dove ci si sente soprattutto avversari".

Nel suo futuro, Filippo vede molta finanza e poco golf, almeno quello agonistico: "Non passerò al professionismo, ho fatto scelte diverse. Il golf sarà un'ottima opportunità per fare networking, molti manager e imprenditori che ho conosciuto vogliono giocare con me. Intanto, però, dal 15 al 19 ottobre avrò l'ultimo impegno stagionale, i Campionati nazionali".
"Quando entri nello stadio per sfilare nella cerimonia di inaugurazione ti senti davvero al centro del mondo, faccio fatica a descrivere l'emozione che si prova". Per Federico, nervi d'acciaio in pedana che gli sono valsi la medaglia d'oro ai campionati mondiali under 20, è stato difficile mantenere la stessa concentrazione in quei momenti, "quando davvero quasi ti commuovi. La gente è abituata a vedere in tv solo le delegazioni che sfilano, come alle Olimpiadi, ma gli atleti arrivano sul luogo dove si svolge la cerimonia con molte ore d'anticipo, durante le quali fai conoscenza con gli atleti del tuo paese e con gli stranieri. Il mio risultato sportivo è stato inferiore alle attese, ma per la scherma è un momento particolare, a stagione conclusa, con i valori che si confondono un po'". Per loro e per tutti gli atleti un'avventura che non dimenticheranno mai, anche per chi, per tornare al claim, sarà "un leader del futuro".