Per un'edilizia popolare che emancipa e non ghettizza
Milano è la città italiana più ricca e internazionale e la terza nell'area Ue, ma non tutti i suoi abitanti partecipano a queste crescenti opportunità: chi abita negli oltre 60.000 alloggi di proprietà pubblica, concentrati nei quartieri di edilizia popolare, è più esposto a fenomeni di dispersione scolastica, disoccupazione, fragilità della salute, conflitti etnici. La casa pubblica non è più strumento di emancipazione sociale, ma sovente diventa luogo di ghettizzazione e di concentrazione e riproduzione di criticità e diseguaglianze sociali.
Raffaella Saporito di SDA Bocconi ha ottenuto un finanziamento dalla Fondazione Cariplo per il progetto ExCoP: Exploring and Addressing Unintentional Inequality Consequences of Public Housing, che intende mappare le dimensioni della disuguaglianza nei quartieri milanesi di edilizia residenziale pubblica, valutare la coerenza tra i criteri di bisogno abitativo per l'accesso all'edilizia residenziale pubblica stabiliti a livello regionale e l'effettivo bisogno abitativo della popolazione, sviluppare un indicatore misurabile per valutare la quota di bisogno coperta dall'edilizia residenziale pubblica e indagare se le diverse strategie di gestione dei servizi messe in atto dai fornitori di edilizia residenziale pubblica possano favorire l'inclusione sociale dei beneficiari.
"Le riforme della gestione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica degli ultimi vent'anni hanno dato la priorità ad assicurare la sostenibilità economica del servizio, e sono spesso sfociate in controverse pratiche di gentrificazione, con esiti incerti anche sull'economicità," afferma Saporito. "Tuttavia, alcune pratiche sperimentali stanno aprendo una nuova strada per coniugare la sostenibilità economica e sociale dell'edilizia popolare, integrando la gestione del patrimonio con la logica del servizio pubblico pensato per i bisogno di un'utenza sempre più complessa."
Il progetto sarà svolto in collaborazione con il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani, del Politecnico di Milano e avrà un approccio multidisciplinare, coniugando il management pubblico e l'urbanistica.
Secondo Saporito, il progetto "non solo arricchisce l'attuale rappresentazione dell'effettiva qualità della vita a Milano, fornendo un'evidenza sulla marginalità di un'ampia fetta di popolazione che non coglie i benefici dello sviluppo e, anzi, è esposta a possibili ulteriori forme di disuguaglianza, ma si pone l'obiettivo di fornire soluzioni e strumenti utili per il policy making e il management pubblico."